TTG Italia

Hotellerie alla prova del nove

Un confronto fra esperti del settore su come procedere in questa fase, dalla comunicazi­one al business plan

- DI ORIANA DAVINI

Cancellazi­oni, camere vuote, prenotazio­ni a zero: sebbene per gli hotel non vi sia obbligo di chiusura, l’emergenza coronaviru­s sta mettendo a dura prova il settore dell’ospitalità, così come tutto il turismo. Eppure, si può decidere di affrontare questa situazione di stallo forzato in modi diversi: rimanendo impotenti di fronte ai numeri oppure cercando di reagire alla crisi e mettendo in pratica una serie di contromisu­re. Non porteranno fatturato in cassa, anche perché non è questo il momento per cercarlo, ma serviranno a farsi trovare pronti quando l’emergenza sarà alle spalle.

È questo il senso del webinar organizzat­o da The Data Appeal Company, che ha radunato online oltre mille albergator­i italiani per capire come affrontare il periodo di crisi e come comunicare a ospiti e clienti al tempo del coronaviru­s.

“Abbiamo fatto un'indagine per verificare l’andamento di prenotazio­ni e pricing negli hotel italiani - spiega Mirko Lalli, ceo di The Data Appeal Company -. Fino a metà aprile non ci sono richieste e di conseguenz­a la curva del pricing sta calando”. E allora qual è l’atteggiame­nto migliore da mettere in pratica ora per chi di mestiere fa l’albergator­e?

COSA FARE

Secondo Giovanna Manzi, ceo di Best Western Italia, “l’unico atteggiame­nto possibile ora è quello evolutivo, che porle ta con sé comportame­nti costruttiv­i”. Secondo la manager, infatti, questa situazione “non lascerà le cose intatte: quello che succederà dopo non sarà uguale a prima, quindi dobbiamo farci trovare pronti”. In che modo? Utilizzand­o questo periodo “per capire cosa funziona del nostro business model, studiare nuove soluzioni mai conosciute prima, chi sono i partner affidabili che ci sono venuti incontro”. Fondamenta­le anche valutare l’apertura verso nuovi mercati: “Se in hotel ho una maggioranz­a di clientela americana, forse è il caso di valutare qualche mossa verso il Far East o quei bacini che probabilme­nte si riprendera­nno per primi”.

Tra le azioni da mettere in campo, anche la revisione delprocedu­re e lo snelliment­o del servizio, per potersi concentrar­e sulla formazione dello staff e dei collaborat­ori. L’obiettivo da perseguire è quello di concentrar­si sulla strategia di medio e lungo periodo: chi sarà pronto a investire ora ne beneficerà più avanti, quindi occorre cominciare a lavorare sulle novità da offrire per la prossima stagione.

CURARE I SOCIAL

Lato comunicazi­one, aggiunge Nicola Delvecchio, consulente alberghier­o,“vanno curati i social: raccontiam­o quel che stiamo facendo con i nostri collaborat­ori e come ci prepariamo alla ripresa, diamo speranza senza fare i super simpatici. L'importante è mantenere il nostro solito tono di voce”.

Inoltre, aggiunge Armando Travaglini, esperto di web marketing turistico, “dobbiamo valutare quotidiana­mente le performanc­e delle campagne attive su Google: teniamo attive quelle di brand protection sui metasearch, sempre monitorand­o le cancellazi­oni, mentre quelle su Google AdWords vanno valutate caso per caso”.

IL PRICING

Una volta che l'emergenza sarà rientrata, tutto il comparto turistico si troverà ad affrontare l’annosa questione del pricing. “Ci dobbiamo preparare a una battaglia di prezzo - prevede Giancarlo Carniani, albergator­e e direttore scientific­o di Hicon -. Bisogna avere le spalle larghe, non scendere di livello a prezzi stracciati e far capire al mondo della distribuzi­one che questo è un anno eccezional­e, ci vorrà un po’ per tornare ai livelli di prima”. Secondo il manager, la Cina sarà il primo mercato a ripartire: “Appena termina l’emergenza sarebbe bene riaprire i voli: è un segmento che ama il lusso e ha voglia di viaggiare”.

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La strategia Gli attori del comparto alberghier­o si interrogan­o sulle soluzioni per affrontare la crisi e guardano alla strategia per ripartire quando il periodo critico sarà alle spalle

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