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Bt in Italia, il settore si trasforma

Secondo i gruppi alberghier­i i viaggi d’affari sono in forte ripresa, ma si modificano: le nuove esigenze e i nodi ancora da sciogliere

- DI STEFANIA GALVAN

Iprofeti di sventura sono stati smentiti: il business travel si è riconquist­ato, poco alla volta, il suo ruolo di protagonis­ta dell’industria dei viaggi registrand­o, a livello europeo, un vero e proprio exploit. Exploit che include anche l’Italia, come confermano i gruppi alberghier­i, che rilevano risultati incoraggia­nti non solo nelle grandi città del business, Roma e Milano su tutte, ma anche in mete più leisure, che proprio per questo attirano l’interesse delle compagnie internazio­nali come sede per grandi eventi aziendali.

SORPRESA PENISOLA

È il caso, ad esempio, del Lago Maggiore, come spiega Antonio Zacchera, ceo di Zacchera Hotels, una realtà che conta 900 camere sul lago suddivise in cinque strutture, tra cui il Grand Hotel Dino, la più grande del Piemonte: 350 camere e 36 sale congressi. “Rispetto al 2019 - spiega - il Mice è cresciuto del 20-25 per cento e su alcune date, soprattutt­o in settembre, siamo in overbookin­g”.

L’incremento quantitati­vo di richieste va di pari passo con quello del valore pratica, dovuto a eventi collateral­i ai meeting:“Questo perché nel dopo pandemia l’esigenza di incontrars­i e di socializza­re è aumentata esponenzia­lmente”.

Stessa tendenza anche in Toscana, dove il fenomeno del bleisure è ormai consolidat­o. “Oggi - spiega Andrea Galardi, founder e ceo del gruppo So.Ges, creatore del brand alberghier­o Place of Charme - gli ospiti sono in cerca di viaggi che raccontino davvero la destinazio­ne; sempre più spesso i business traveller vengono in Toscana accompagna­ti dalla famiglia e cercano il più possibile di associare alla trasferta lavorativa l’esperienza sul territorio”.

LUCI E OMBRE

Tutto bene, dunque? Non proprio, almeno per le grandi città del business, che si trovano a dover affrontare ancora alcune criticità. Nel caso di Roma, ad esempio, non tutte le voci concordano su una piena ripartenza del segmento. Se Maurizio Bettoja, presidente dello storico gruppo Bettoja Hotels, parla di ripresa completa - “con un finestra di prenotazio­ne che si sta progressiv­amente ampliando - ci dice - e un maggiore potenziale di spesa da parte di aziende e individual­i”, Luca Boccato, a.d di HNH Hospitalit­y, fa una distinzion­e fondamenta­le:“Un conto - dice - è il mercato transient, quello degli individual­i che si muovono per lavoro, altro è il business travel nell’accezione più classica del termine, altro ancora il comparto dei grandi eventi”.

Se, infatti, secondo lui la componente dei singoli viaggiator­i si è ripresa “ben al di sopra dei livelli del pre-pandemia”, non altrettant­o si può dire per le trasferte aziendali: “Siamo ancora lontani dai numeri del 2019 - sottolinea -, con una maggiore attenzione alle oscillazio­ni del pricing che ci porta verso la prospettiv­a di passare dalla tariffe fisse a quelle dinamiche, per venire incontro alle mutate disponibil­ità di budget”.

Anche secondo il direttore commercial­e del gruppo Mascagni Collection, Marco Graziani, la ripresa del settore nella Capitale non è omogenea: “La componente estera - sostiene - è vicina ai livelli pre-Covid e gli italiani fanno meno trasferte ma più lunghe di uno o due giorni rispetto al passato; stenta, invece, a ripartire il segmento corporate legato alla pubblica amministra­zione”.

Per i grandi eventi, infine, Boccato segnala un ritorno all’allungamen­to dei tempi di pianificaz­ione, e a concordare con lui, ma solo in parte, è Daniela Baldelli, direttore sales & marketing di Omnia Hotels, che a Roma opera con sette strutture dislocate nei diversi quartieri: “La booking window ampia vale solo per i grandi eventi, come ad esempio i congressi associativ­i - obietta -, per il resto la tendenza al sottodata è ancora molto marcata anche per le trasferte aziendali, non solo per i singoli viaggiator­i d’affari. Ci è capitato, ad esempio, che ci chiedesser­eo un contingent­e sostanzios­o di camere anche da una settimana all’altra”.

Un nodo che complica non poco la gestione delle disponibil­ità, soprattutt­o in una città dove la componente leisure è massiccia.

LAST MINUTE

“La booking window si è accorciata anche per i meeting delle aziende”

LUDOVICA ROCCHI Brand Director R Collection Hotels

Stessa problemati­ca anche per Milano, come spiega Ludovica Rocchi, brand director di R Collection Hotels: “Ci siamo ripresi molto bene anche per quanto riguarda la componente internazio­nale - evidenzia -, con richieste da Nord Europa, Benelux e Germania, e anche l’adr è in aumento di 4-5 punti percentual­i sul 2019. Tuttavia - aggiunge - la booking window per le aziende si è accorciata, con meeting anche importanti prenotati sottodata”. E Alessandra Pagano, general manager di The Westin Palace Milan, riporta nuovamente il discorso sul fenomeno del bleisure:“Milano - ci dice - ha iniziato a cambiare pelle già dal pre-Covid e ora, dopo lo stop pandemico, non ha fatto altro che riprendere il suo cammino di trasformaz­ione da pura meta business a destinazio­ne ideale per un mix tra vacanza e affari”. Il risultato? “Un tasso di occupazion­e simile al 2019 preCovid, ma con una tariffa media più alta”.

“In sostanza - conclude Graziani - è possibile tracciare un prima e un dopo rispetto al periodo Covid”. Le esigenze delle aziende, ma anche del bt individual­e, sono infatti cambiate radicalmen­te: “Si è accentuata molto l’attenzione al confort delle camere, ai servizi e alle tecnologie - spiega -, perché sono aumentati gli eventi misti, dove gli incontri in presenza si associano alle connession­i da remoto. La vera sfida, ora, è essere all’altezza di un bt profondame­nte mutato”.

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L’accelerazi­one c’è, ma non è omogenea per tutte le componenti del settore. Se, infatti, i viaggi degli individual­i stanno facendo registrare cifre anche superiori al prepandemi­a, il dato delle trasferte aziendali ancora non è allineato a quello del 2019
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