Bt in Italia, il settore si trasforma
Secondo i gruppi alberghieri i viaggi d’affari sono in forte ripresa, ma si modificano: le nuove esigenze e i nodi ancora da sciogliere
Iprofeti di sventura sono stati smentiti: il business travel si è riconquistato, poco alla volta, il suo ruolo di protagonista dell’industria dei viaggi registrando, a livello europeo, un vero e proprio exploit. Exploit che include anche l’Italia, come confermano i gruppi alberghieri, che rilevano risultati incoraggianti non solo nelle grandi città del business, Roma e Milano su tutte, ma anche in mete più leisure, che proprio per questo attirano l’interesse delle compagnie internazionali come sede per grandi eventi aziendali.
SORPRESA PENISOLA
È il caso, ad esempio, del Lago Maggiore, come spiega Antonio Zacchera, ceo di Zacchera Hotels, una realtà che conta 900 camere sul lago suddivise in cinque strutture, tra cui il Grand Hotel Dino, la più grande del Piemonte: 350 camere e 36 sale congressi. “Rispetto al 2019 - spiega - il Mice è cresciuto del 20-25 per cento e su alcune date, soprattutto in settembre, siamo in overbooking”.
L’incremento quantitativo di richieste va di pari passo con quello del valore pratica, dovuto a eventi collaterali ai meeting:“Questo perché nel dopo pandemia l’esigenza di incontrarsi e di socializzare è aumentata esponenzialmente”.
Stessa tendenza anche in Toscana, dove il fenomeno del bleisure è ormai consolidato. “Oggi - spiega Andrea Galardi, founder e ceo del gruppo So.Ges, creatore del brand alberghiero Place of Charme - gli ospiti sono in cerca di viaggi che raccontino davvero la destinazione; sempre più spesso i business traveller vengono in Toscana accompagnati dalla famiglia e cercano il più possibile di associare alla trasferta lavorativa l’esperienza sul territorio”.
LUCI E OMBRE
Tutto bene, dunque? Non proprio, almeno per le grandi città del business, che si trovano a dover affrontare ancora alcune criticità. Nel caso di Roma, ad esempio, non tutte le voci concordano su una piena ripartenza del segmento. Se Maurizio Bettoja, presidente dello storico gruppo Bettoja Hotels, parla di ripresa completa - “con un finestra di prenotazione che si sta progressivamente ampliando - ci dice - e un maggiore potenziale di spesa da parte di aziende e individuali”, Luca Boccato, a.d di HNH Hospitality, fa una distinzione fondamentale:“Un conto - dice - è il mercato transient, quello degli individuali che si muovono per lavoro, altro è il business travel nell’accezione più classica del termine, altro ancora il comparto dei grandi eventi”.
Se, infatti, secondo lui la componente dei singoli viaggiatori si è ripresa “ben al di sopra dei livelli del pre-pandemia”, non altrettanto si può dire per le trasferte aziendali: “Siamo ancora lontani dai numeri del 2019 - sottolinea -, con una maggiore attenzione alle oscillazioni del pricing che ci porta verso la prospettiva di passare dalla tariffe fisse a quelle dinamiche, per venire incontro alle mutate disponibilità di budget”.
Anche secondo il direttore commerciale del gruppo Mascagni Collection, Marco Graziani, la ripresa del settore nella Capitale non è omogenea: “La componente estera - sostiene - è vicina ai livelli pre-Covid e gli italiani fanno meno trasferte ma più lunghe di uno o due giorni rispetto al passato; stenta, invece, a ripartire il segmento corporate legato alla pubblica amministrazione”.
Per i grandi eventi, infine, Boccato segnala un ritorno all’allungamento dei tempi di pianificazione, e a concordare con lui, ma solo in parte, è Daniela Baldelli, direttore sales & marketing di Omnia Hotels, che a Roma opera con sette strutture dislocate nei diversi quartieri: “La booking window ampia vale solo per i grandi eventi, come ad esempio i congressi associativi - obietta -, per il resto la tendenza al sottodata è ancora molto marcata anche per le trasferte aziendali, non solo per i singoli viaggiatori d’affari. Ci è capitato, ad esempio, che ci chiedessereo un contingente sostanzioso di camere anche da una settimana all’altra”.
Un nodo che complica non poco la gestione delle disponibilità, soprattutto in una città dove la componente leisure è massiccia.
LAST MINUTE
“La booking window si è accorciata anche per i meeting delle aziende”
LUDOVICA ROCCHI Brand Director R Collection Hotels
Stessa problematica anche per Milano, come spiega Ludovica Rocchi, brand director di R Collection Hotels: “Ci siamo ripresi molto bene anche per quanto riguarda la componente internazionale - evidenzia -, con richieste da Nord Europa, Benelux e Germania, e anche l’adr è in aumento di 4-5 punti percentuali sul 2019. Tuttavia - aggiunge - la booking window per le aziende si è accorciata, con meeting anche importanti prenotati sottodata”. E Alessandra Pagano, general manager di The Westin Palace Milan, riporta nuovamente il discorso sul fenomeno del bleisure:“Milano - ci dice - ha iniziato a cambiare pelle già dal pre-Covid e ora, dopo lo stop pandemico, non ha fatto altro che riprendere il suo cammino di trasformazione da pura meta business a destinazione ideale per un mix tra vacanza e affari”. Il risultato? “Un tasso di occupazione simile al 2019 preCovid, ma con una tariffa media più alta”.
“In sostanza - conclude Graziani - è possibile tracciare un prima e un dopo rispetto al periodo Covid”. Le esigenze delle aziende, ma anche del bt individuale, sono infatti cambiate radicalmente: “Si è accentuata molto l’attenzione al confort delle camere, ai servizi e alle tecnologie - spiega -, perché sono aumentati gli eventi misti, dove gli incontri in presenza si associano alle connessioni da remoto. La vera sfida, ora, è essere all’altezza di un bt profondamente mutato”.