Overtourism, prezzi e collegamenti aerei: un autunno a ostacoli
Nella stagione si sono affacciate sul mercato nuove problematiche con cui il turismo dovrà fare i conti per buona parte del 2024
Tutto da rifare, o quasi. Sembrava essere l’estate del ‘tutto archiviato’ e invece gli ultimi mesi hanno aperto una nuova serie di fronti con cui il turismo dovrà fare i conti per il prossimo inverno e probabilmente anche per buona parte del 2024 (estate compresa).
Per qualche mese, l’economia in generale ha sperato di poter chiudere il ‘triennio nero’ 2020- 2022 come se fosse una parentesi. Ma così non è stato. Gli strascichi di tutto quanto accaduto in quei 36 mesi si sono fatti sentire su tutti i comparti produttivi e su quello turistico in particolare.
CARO VACANZA
Il primo dato è sotto gli occhi di tutti ed è stato forse il più dibattuto negli scorsi mesi: l’aumento dei prezzi. Una mannaia che si è abbattuta su tutti i principali beni di consumo. E il turismo non ha fatto certo eccezione. Già i dati Istat relativi al mese di luglio parlavano chiaro: aumenti del 26 per cento rispetto a un anno prima per i collegamenti nazionali ( con i collegamenti da e per l’estero in calo del 7 per cento, va sottolineato). Gli hotel avevano visto un balzo di 19 punti percentuali, seguiti a ruota dai pacchetti vacanza, con un +17 per cento. E secondo l’analisi Demoskopica di giugno l’inflazione nel turismo superava di 3 punti il tasso medio dell’inflazione complessiva, con dati non dissimili a quelli calcolati dall’Istat, che si traduceva in un aumento dell’esborso di turisti italiani e stranieri in viaggio in Italia pari a 3,9 miliardi di euro.
Di fronte a queste cifre resta poco da discutere: il dato è sotto gli occhi di tutti e corrisponde sicuramente all’esperienza sia dei consumatori, sia degli addetti ai lavori. E porta subito una conseguenza diretta: dopo due anni di Italia su Italia, la clientela della Penisola ha preferito viaggiare al di fuori dei confini nazionali.
Ad agosto i passeggeri in arrivo negli aeroporti italiani, secondo i dati diffusi da Enit, sono aumentati dell’1,1 per cento, passando da 694.800 a 702.500; e con una netta predominanza di stranieri. Insomma, il turismo interno che aveva dominato in precedenza cede il passo agli arrivi dall’estero, confermando il trend già segnalato nei primi quattro mesi dell’anno. Anche se la prima parte del 2023 aveva fatto sperare in un tutto esaurito che poi non si è verificato.
BATTAGLIA NEI CIELI
Secondo i dati Enit i passeggeri in arrivo negli scali italiani ad agosto sono aumentati dell’1,1 per cento, con una netta predominanza di presenze internazionali
Gli aumenti estivi dei servizi sono stati generalizzati e hanno portato a un incremento complessivo dell’esborso dei viaggiatori di 3,9 miliardi
La grande battaglia del 2023, che probabilmente durerà anche nei mesi a venire, si è giocata sul fronte del costo dei voli interni. L’impennata dei voli registrata dall’Istat non è infatti passata per nulla inosservata, spingendo il Governo a intervenire varando una norma che blocca l’applicazione del prezzo dinamico nel caso in cui si verifichino tre situazioni concomitanti: si tratti di rotte nazionali con le isole, si sia in presenza di un picco di domanda e i prezzi dei biglietti o dei servizi accessori superino del 200 per cento la tariffa media.
Inevitabili le proteste da parte delle compagnie aeree, che hanno immediatamente manifestato la loro contrarierà. Il presidente di Wizz Air, Robert Carey, arrivato a Roma per un faccia a faccia con il ministro delle Imprese e del Made in Ita
ly Adolfo Urso, in un’intervista a Repubblica ha affemato senza mezzi termini: “Il decreto è illegittimo”. Aggiungendo: “Si tratta di un provvedimento palesemente contrario ai regolamenti dell’Ue. E queste norme sono addirittura incomprensibili per una compagnia come la nostra che, dal suo arrivo sul mercato italiano, ha abbassato le sue tariffe del 50 per cento”.
Non molto diversa la posizione di easyJet, che in una nota ha affermato:“Il testo del decreto negli articoli di interesse contrasta con il principio di libertà tariffaria stabilito dalla normativa Ue, principio che negli ultimi decenni ha portato enormi benefici ai consumatori di tutta Europa, rendendo i voli accessibili a sempre maggiori fasce di popolazione.
Ogni limitazione di questa libertà avrebbe come conseguenza una riduzione dell’offerta di trasporto aereo e della concorrenza tra compagnie nel mercato italiano, con grave danno per i consumatori, ma anche per il turismo e l’economia del Paese”. Ryanair è passato dalle parole ai fatti, annunciando la riduzione di alcune operazioni e adducendo le motivazioni proprio al decreto contro il caro voli.
AFFOLLAMENTO
Il tema era emerso già prima della pandemia, ma il Covid aveva fatto saltare tutti i tavoli e anche l’argomento overtourism era passato nettamente in secondo piano. Ora, con la stabile e completa ripresa delle attività, anche il tema del sovraffollamento delle maggiori località turistiche torna alla ribalta.
A chiarirne la portata è stata Venezia, da sempre una delle prime città a essere nominata quando si parla di questo fenomeno. La laguna ha messo in atto un provvedimento di cui già si era parlato in passato, ma che non era mai stato messo in atto: un ticket da 5 euro per l’accesso alla città. La tassa in realtà sarà in vigore solo per trenta giorni in un anno, quelli di maggiore affollamento, e la sperimentazione inizierà dal 2024, probabilmente in un giorno compreso tra Pa
Dopo due anni di Italia su Italia il rincaro dei prezzi ha fatto prenotare destinazioni estere
Tra i nodi quello del personale: poche le professionalità, soprattutto tra gli stagionali
squetta e il 25 aprile. Sarà obbligatorio prenotare, ma solamente nei giorni in cui sarà attivo il ticket; per contro non ci saranno limiti d’ingresso (ovvero i famosi ‘tornelli’ che limitavano l’accesso).
“Ci poniamo così come apripista a livello mondiale - spiega l’assessore al Turismo Simone Venturini -, consapevoli dell’urgenza di trovare un nuovo equilibrio tra i diritti di chi a Venezia ci vive, ci studia o ci lavora e di chi visita la città”.
Ora bisogna vedere se altre città (in Italia o all’estero) seguiranno o meno l’esempio.
Per il momento Firenze e San Gimignano hanno respinto l’idea, ma non è detto che nel prossimo futuro altre destinazioni possano adottare provvedimenti simili, soprattutto se a Venezia la tassa dovesse far ottenere i risultati sperati.
NEL MONDO
Il sovraffollamento delle mete turistiche, del resto, è un problema che riguarda, oltre all’Italia, diverse destinazioni nel mondo, anche alla luce della domanda repressa nel corso degli ultimi anni, che sta esplodendo con la riapertura dei confini. E il fenomeno ha anche dato un’ulteriore spinta al rialzo dei prezzi.
Resta poi ancora il nodo del personale, che appare ormai come un problema quasi endemico del turismo: le aziende del settore dovranno probabilmente farci i conti ancora per diverso tempo, soprattutto per quanto riguarda i periodi di picco ( che almeno nella Penisola concentrano ancora una percentuale importante dei flussi totali).
L’autunno parte più in salita di quanto si fosse immaginato.