I tentacoli di Aponte
Il gruppo prosegue nel piano di espansione che lo vede impegnato su più fronti
Le ultime stime (dati ufficiali sui conti della società non esistono) dicono che il gruppo Msc lo scorso anno abbia registrato utili per 30 miliardi di euro. Una cifra da capogiro per qualsiasi azienda, e forse lo sarebbe anche per lo Stato italiano, alle prese con la ricerca di fondi per la nuova Finanziaria.
Numeri che stanno consentendo alla società fondata e diretta dalla famiglia Aponte ( Gianluigi ormai dietro le quinte per lasciare spazio ai figli) di allungare i propri tentacoli ovunque ci siano occasioni per nuovi investimenti. Siano essi nel core business della logistica via mare oppure nell’ambito universo travel. Un mondo in cui Msc è entrato attraverso le crociere, ma nel quale ha poi deciso di mettere radici anche con i traghetti, per rimanere in tema mare ( il 49 per cento di Moby l’ultimo colpo in ordine di tempo), senza dimenticare la distribuzione organizzata e il tour operating. Giusto per avere una filiera ampia e completa.
Ma per gli Aponte sembrano esserci ancora ampi margini di manovra e nel trasporto via terra e via aerea le prede appetibili non mancano. Le operazioni AlisCargo e gli accordi con Trenitalia (tra gli altri) hanno rappresentato finora un piccolo aperitivo rispetto agli appetiti del gruppo con base in Svizzera. Le cronache lo hanno ampiamente dimostrato nell’ultimo biennio con il tentativo di scalata di Ita Airways in accoppiata con Lufthansa, salvo poi lasciare campo aperto a quest’ultima. Una partita che sembrava chiusa, ma che poi la premier Giorgia Meloni ha riaperto chiamando direttamente Msc alla discesa in campo per collaborare nell’operazione di privatizzazione (forse per non lasciare troppo spazio a Lh).
Chiamata a cui ha risposto, senza un impegno preciso, l’attuale presidente Diego Aponte: “Se ci dovesse essere proprio una necessità da parte del governo, della signora Meloni, noi sicuramente, da italiani, da buoni cittadini, risponderemo sempre favorevolmente”.
Infine Italo, forse l’operazione più vicina alla chiusura.“Noi crediamo molto nel treno, non solo per la merce ma anche per i passeggeri, e penso che il futuro sarà quello; dunque sicuramente andremo avanti con questa presa di partecipazione che penso potremo chiudere da qui alla fine dell’anno”, ha detto ancora Aponte durante il varo di una nuova nave container. Ora la parola passa al mercato.