Trasporti, l’ora del caos: il mercato è sotto stress
I network fanno il punto sul tasto più dolente per il comparto: una situazione difficile per la quale non si riescono a intravedere soluzioni nel breve termine
Prezzi alle stelle. Voli cancellati. Disponibilità limitata. Dominio indiscutibile delle low cost. Lo scenario del trasporto aereo negli ultimi mesi si è trasformato in una giungla in cui gli addetti ai lavori si muovono con cautela, armati di metaforico machete per farsi strada in un groviglio che, almeno nel breve periodo, resterà inestricabile.
A mettere i bastoni tra le ruote della ripresa (che, innegabilmente, è arrivata, anche se forse meno brillante di quanto qualcuno si sarebbe aspettato) non è stato sicuramente solo il settore aereo. Ma ha comunque giocato un ruolo determinante, rovinando più di un sonno al turismo organizzato. Il post-pandemia, con il suo carico di ricavi mancati e conseguente riduzione del personale, ha presentato un conto pesante alle compagnie aeree. “E far viaggiare un aereo pieno porta a un utile, farlo viaggiare con posti vuoti ne porta un altro”: la constatazione è di Claudio Busca, direttore generale Bluvacanze. Ed è la considerazione di partenza per comprendere lo strano scenario del trasporto aereo nell’estate del 2023. “Questo provoca problemi a tutto il comparto: ad esempio, se prima avevo due voli tra Bari e Atene, adesso ne ho uno solo”. Ma perché limitare gli operativi? “C’è paura di investire. Ma questo mette il sistema sotto stress”. Le conseguenze a cascata sono per tutto il settore. “La mancanza di voli ci ha limitato nelle scelte - aggiunge Dante Colitta, direttore commerciale e marketing di Welcome Travel - e non ci ha permesso di offrire un panel completo di destinazioni. E i prezzi al rialzo ci hanno costretto a rivedere i piani su alcune mete. Abbiamo raggiunto gli obiettivi di budget del volato, ma francamente avremmo voluto fare di più. C’era molta domanda, ma mancavano voli e collegamenti”.
RAPPORTI CON I CLIENTI
“Il vero problema è che è difficile far capire al cliente tutti i ‘chiari di luna’” interviene Paola Frigerio, direttore leisure, marketing e network di Frigerio Viaggi. Che aggiunge: “E la cosa più antipatica è che le variazioni dell’ultimo minuto fanno sembrare noi agenti di viaggi degli imbranati. O peggio ancora”. Sotto accusa sono principalmente le politiche di pricing: “Sono state fatte delle scelte molto ingorde e poco strategiche. Che non tengono conto del fatto che il turismo è sorretto dai numeri”. E questi ultimi sono stati difficili da raggiungere con le tariffe presentate ai clienti la scorsa estate... “Non si tiene conto del fatto che la maggior parte delle persone non si è vista triplicare lo stipendio”. Le tariffe, dunque, si sono andate a scontrare contro una capacità di spesa immutata o addirittura ridotta dall’inflazione.
AVANZATA LOW COST
In questo scenario si inserisce la massiccia presenza sul mercato italiano delle compagnie no frills, che sostanzialmente dominano i cieli della Penisola. “Le low cost adottano modalità che rendono complesso il lavoro delle agenzie di viaggi e la gestione delle pratiche” evidenzia Sergio Testi, direttore generale di Gattinoni. Tuttavia, sottolinea il manager, i vettori a basso costo “sono un fenomeno di grande rilievo e non crediamo possano essere sostituiti nel breve periodo da compagnie tradizionali; è quindi fondamentale impegnarsi - attraverso tavoli di lavoro che vedono protagonisti le associazioni del settore - per regolarne i rapporti, salvaguardando il lavoro delle agenzie”.
Il sentimento che lo scenario del trasporto aereo non possa cambiare a breve accomuna gran parte del settore. “Sul trasporto aereo siamo al disastro totale - taglia corto Luca Caraffini, amministratore unico di Istante Viaggi -. Ma prima di chiamare in causa solo le low cost citerei l’intero sistema. E chi ha voluto assecondare gli sviluppi del’Ndc che hanno portato anche le compagnie aeree tradizionali a incentivare le prenotazioni attraverso i loro canali diretti”. Soluzioni? Per il momento difficile vederne. “Noi abbiamo fatto i nostri errori nei confronti del sistema di prenotazione della Iata - prosegue Caraffini -. E le low cost hanno un modello di business opposto al nostro, quindi non vedo vie d’uscita a breve”.
IL NODO INVESTIMENTI
Il timore di impegnare risorse economiche di fronte a uno scenario incerto che, secondo Busca, ha portato a un’offerta voli inferiore alla domanda, è un elemento che in realtà ha contagiato gran parte del settore, mettendo tutto il sistema sotto pressione. “In generale c’è un problema di forza lavoro, che parte dalle hostess e arriva fino ai piloti e al personale degli aeroporti. Dopo il Covid si sta facendo fatica a ricostruire tutto. E le agenzie non fanno eccezione”.