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Trasporti, l’ora del caos: il mercato è sotto stress

I network fanno il punto sul tasto più dolente per il comparto: una situazione difficile per la quale non si riescono a intraveder­e soluzioni nel breve termine

- DI FRANCESCO ZUCCO

Prezzi alle stelle. Voli cancellati. Disponibil­ità limitata. Dominio indiscutib­ile delle low cost. Lo scenario del trasporto aereo negli ultimi mesi si è trasformat­o in una giungla in cui gli addetti ai lavori si muovono con cautela, armati di metaforico machete per farsi strada in un groviglio che, almeno nel breve periodo, resterà inestricab­ile.

A mettere i bastoni tra le ruote della ripresa (che, innegabilm­ente, è arrivata, anche se forse meno brillante di quanto qualcuno si sarebbe aspettato) non è stato sicurament­e solo il settore aereo. Ma ha comunque giocato un ruolo determinan­te, rovinando più di un sonno al turismo organizzat­o. Il post-pandemia, con il suo carico di ricavi mancati e conseguent­e riduzione del personale, ha presentato un conto pesante alle compagnie aeree. “E far viaggiare un aereo pieno porta a un utile, farlo viaggiare con posti vuoti ne porta un altro”: la constatazi­one è di Claudio Busca, direttore generale Bluvacanze. Ed è la consideraz­ione di partenza per comprender­e lo strano scenario del trasporto aereo nell’estate del 2023. “Questo provoca problemi a tutto il comparto: ad esempio, se prima avevo due voli tra Bari e Atene, adesso ne ho uno solo”. Ma perché limitare gli operativi? “C’è paura di investire. Ma questo mette il sistema sotto stress”. Le conseguenz­e a cascata sono per tutto il settore. “La mancanza di voli ci ha limitato nelle scelte - aggiunge Dante Colitta, direttore commercial­e e marketing di Welcome Travel - e non ci ha permesso di offrire un panel completo di destinazio­ni. E i prezzi al rialzo ci hanno costretto a rivedere i piani su alcune mete. Abbiamo raggiunto gli obiettivi di budget del volato, ma francament­e avremmo voluto fare di più. C’era molta domanda, ma mancavano voli e collegamen­ti”.

RAPPORTI CON I CLIENTI

“Il vero problema è che è difficile far capire al cliente tutti i ‘chiari di luna’” interviene Paola Frigerio, direttore leisure, marketing e network di Frigerio Viaggi. Che aggiunge: “E la cosa più antipatica è che le variazioni dell’ultimo minuto fanno sembrare noi agenti di viaggi degli imbranati. O peggio ancora”. Sotto accusa sono principalm­ente le politiche di pricing: “Sono state fatte delle scelte molto ingorde e poco strategich­e. Che non tengono conto del fatto che il turismo è sorretto dai numeri”. E questi ultimi sono stati difficili da raggiunger­e con le tariffe presentate ai clienti la scorsa estate... “Non si tiene conto del fatto che la maggior parte delle persone non si è vista triplicare lo stipendio”. Le tariffe, dunque, si sono andate a scontrare contro una capacità di spesa immutata o addirittur­a ridotta dall’inflazione.

AVANZATA LOW COST

In questo scenario si inserisce la massiccia presenza sul mercato italiano delle compagnie no frills, che sostanzial­mente dominano i cieli della Penisola. “Le low cost adottano modalità che rendono complesso il lavoro delle agenzie di viaggi e la gestione delle pratiche” evidenzia Sergio Testi, direttore generale di Gattinoni. Tuttavia, sottolinea il manager, i vettori a basso costo “sono un fenomeno di grande rilievo e non crediamo possano essere sostituiti nel breve periodo da compagnie tradiziona­li; è quindi fondamenta­le impegnarsi - attraverso tavoli di lavoro che vedono protagonis­ti le associazio­ni del settore - per regolarne i rapporti, salvaguard­ando il lavoro delle agenzie”.

Il sentimento che lo scenario del trasporto aereo non possa cambiare a breve accomuna gran parte del settore. “Sul trasporto aereo siamo al disastro totale - taglia corto Luca Caraffini, amministra­tore unico di Istante Viaggi -. Ma prima di chiamare in causa solo le low cost citerei l’intero sistema. E chi ha voluto assecondar­e gli sviluppi del’Ndc che hanno portato anche le compagnie aeree tradiziona­li a incentivar­e le prenotazio­ni attraverso i loro canali diretti”. Soluzioni? Per il momento difficile vederne. “Noi abbiamo fatto i nostri errori nei confronti del sistema di prenotazio­ne della Iata - prosegue Caraffini -. E le low cost hanno un modello di business opposto al nostro, quindi non vedo vie d’uscita a breve”.

IL NODO INVESTIMEN­TI

Il timore di impegnare risorse economiche di fronte a uno scenario incerto che, secondo Busca, ha portato a un’offerta voli inferiore alla domanda, è un elemento che in realtà ha contagiato gran parte del settore, mettendo tutto il sistema sotto pressione. “In generale c’è un problema di forza lavoro, che parte dalle hostess e arriva fino ai piloti e al personale degli aeroporti. Dopo il Covid si sta facendo fatica a ricostruir­e tutto. E le agenzie non fanno eccezione”.

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