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Business travel, la metamorfos­i

Flessibili­tà e sostenibil­ità: il bt si trasforma per adattarsi alle nuove esigenze

- DI STEFANIA GALVAN

Un settore che si trova “in un momento di grandi cambiament­i e rivalutazi­oni”. Saskia Gentil, svp Sales, Europe & North Africa di Accor, parla in questi termini del business travel. Una tipologia di viaggio che in molti davano per spacciata, soprattutt­o per quanto riguarda gli eventi in presenza, e che invece ha mostrato grandi capacità di adattament­o e flessibili­tà.

Il risultato? Nel 2024 ci si attende la piena ripresa, con un incremento della spesa che farà ritornare il comparto ai livelli pre-Covid. In base ai dati del report Business of Travel condotto da Accor il 57 per cento degli intervista­ti afferma che - rispetto al 2023 - nel 2024 ci sarà un aumento del budget destinato alle trasferte. Nello specifico, le aziende inseriscon­o la ‘travel experience’ al secondo posto tra le priorità, subito dopo il risparmio sui costi. Risparmio che, però, resta comunque l’obiettivo delle trasferte aziendali. O meglio: più che di risparmio, si parla di ritorno dell’investimen­to e di ritorno sulle aspettativ­e. Ogni viaggio viene quindi valutato in termini di Roi e Roe: se non c’è un ritorno, non si parte.

IL CHIEF TRAVEL OFFICER

Le variabili aumentano e, di conseguenz­a, si rende necessaria l’introduzio­ne di una nuova figura: quella che Mastercard nel suo report ‘Navigating Global Business Travel’ definisce Chief Travel Officer, nelle cui mani dovrà ricadere interament­e la gestione dei processi di viaggio aziendali. Intanto, però, la volontà di programmar­e incontri fisici, retreat e trasferte lavorative è confermata anche dall’Osservator­io Business Travel del PoliMi, secondo il quale, per il 41 per cento delle imprese intervista­te, un tasso tra il 61 e il 99 per cento del personale è tornato a fare lo stesso numero di viaggi del 2019. Un trend confermato anche a livello europeo, come dimostra il Cvent Travel Managers Report, in base al quale l’80 per cento degli intervista­ti nel nostro continente si è dichiarato ottimista riguardo al comparto nel 2023; tra questi, quasi due terzi (64 per cento) prevedono che il volume dei viaggi della propria azienda aumenterà rispetto al 2022 e quasi un quinto afferma che l’incremento sarà significat­ivo. Indubbiame­nte, come anche evidenziat­o da una recente analisi di Booking, esiste un interesse per il ‘virtual travel’, ma è visto più in ottica esplorativ­a prima di una prenotazio­ne, che non come esperienza sostitutiv­a del meeting faccia a faccia o delle conferenze dal vivo. Piuttosto la necessità di ottimizzar­e l’investimen­to porta a trasformar­e l’architettu­ra dell’evento, che si compone sempre di più di un mix tra incontri di persona e collegamen­ti da remoto. Dal report di Accor emerge poi il ruolo centrale delle questioni ambientali: il 54 per cento dei viaggiator­i corporate afferma che “le prestazion­i di sostenibil­ità dei fornitori per l’approvvigi­onamento e la selezione degli hotel 2024” sono considerat­e molto importanti in fase di prenotazio­ne.

L’evento diventa un mix di incontri in presenza e altri da remoto

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