Business travel, la metamorfosi
Flessibilità e sostenibilità: il bt si trasforma per adattarsi alle nuove esigenze
Un settore che si trova “in un momento di grandi cambiamenti e rivalutazioni”. Saskia Gentil, svp Sales, Europe & North Africa di Accor, parla in questi termini del business travel. Una tipologia di viaggio che in molti davano per spacciata, soprattutto per quanto riguarda gli eventi in presenza, e che invece ha mostrato grandi capacità di adattamento e flessibilità.
Il risultato? Nel 2024 ci si attende la piena ripresa, con un incremento della spesa che farà ritornare il comparto ai livelli pre-Covid. In base ai dati del report Business of Travel condotto da Accor il 57 per cento degli intervistati afferma che - rispetto al 2023 - nel 2024 ci sarà un aumento del budget destinato alle trasferte. Nello specifico, le aziende inseriscono la ‘travel experience’ al secondo posto tra le priorità, subito dopo il risparmio sui costi. Risparmio che, però, resta comunque l’obiettivo delle trasferte aziendali. O meglio: più che di risparmio, si parla di ritorno dell’investimento e di ritorno sulle aspettative. Ogni viaggio viene quindi valutato in termini di Roi e Roe: se non c’è un ritorno, non si parte.
IL CHIEF TRAVEL OFFICER
Le variabili aumentano e, di conseguenza, si rende necessaria l’introduzione di una nuova figura: quella che Mastercard nel suo report ‘Navigating Global Business Travel’ definisce Chief Travel Officer, nelle cui mani dovrà ricadere interamente la gestione dei processi di viaggio aziendali. Intanto, però, la volontà di programmare incontri fisici, retreat e trasferte lavorative è confermata anche dall’Osservatorio Business Travel del PoliMi, secondo il quale, per il 41 per cento delle imprese intervistate, un tasso tra il 61 e il 99 per cento del personale è tornato a fare lo stesso numero di viaggi del 2019. Un trend confermato anche a livello europeo, come dimostra il Cvent Travel Managers Report, in base al quale l’80 per cento degli intervistati nel nostro continente si è dichiarato ottimista riguardo al comparto nel 2023; tra questi, quasi due terzi (64 per cento) prevedono che il volume dei viaggi della propria azienda aumenterà rispetto al 2022 e quasi un quinto afferma che l’incremento sarà significativo. Indubbiamente, come anche evidenziato da una recente analisi di Booking, esiste un interesse per il ‘virtual travel’, ma è visto più in ottica esplorativa prima di una prenotazione, che non come esperienza sostitutiva del meeting faccia a faccia o delle conferenze dal vivo. Piuttosto la necessità di ottimizzare l’investimento porta a trasformare l’architettura dell’evento, che si compone sempre di più di un mix tra incontri di persona e collegamenti da remoto. Dal report di Accor emerge poi il ruolo centrale delle questioni ambientali: il 54 per cento dei viaggiatori corporate afferma che “le prestazioni di sostenibilità dei fornitori per l’approvvigionamento e la selezione degli hotel 2024” sono considerate molto importanti in fase di prenotazione.
L’evento diventa un mix di incontri in presenza e altri da remoto