TTG Italia

Le sfide della ripresa: vettori alla prova del 9

Lungo raggio, low cost, personale e caro prezzi saranno i parametri con cui le compagnie aeree dovranno confrontar­si nel futuro per rimanere competitiv­e

- DI LINO VUOTTO

Low cost, carenza di personale, pricing e ritorno del lungo raggio. Se si parla di trasporto aereo i 4 temi portanti post Covid rimangono invariati e finiscono sempre per chiamarli in causa, perché tutto nasce da lì, oggi. Lo ha dimostrato anche il talk aviation moderato dal direttore di TTG Italia Remo Vangelista nel corso di TTG Travel Experience e che ha visto come protagonis­ti Gabriella Galantis, senior director sales Southern Europe Lufthansa Group, e Valeria Rebasti, Volotea internatio­nal market director, in rappresent­anza delle due anime delle compagnie aeree, e per gli aeroporti Andrea Tucci, direttore aviation business developmen­t di Sea Aeroporti di Milano, e Federico Scriboni, head of aviation business developmen­t Aeroporti di Roma.

LE BUONE NOTIZIE

Intanto la buona notizia per il comparto è che il lungo raggio, quello che determina i margini, tanto per capirci, è tornato. Potrebbe fare meglio, le prospettiv­e sembrano andare in quella direzione, ma il peggio sembra essere passato, anche se l’attualità delle vicende internazio­nali lasciano sempre con il fiato sospeso. Intanto dopo l’exploit degli Usa si è riaffaccia­ta anche la Cina, quella che tutti aspettavan­o: “Siamo in controtend­enza rispetto al resto d’Europa e quindi in crescita sul pre Covid – ha evidenziat­o Tucci -. Ma dobbiamo ammettere una cosa: prima mancava la capacità che oggi c’è e che potrebbe decisament­e aumentare”. Punto che trova d’accordo anche Scriboni per quanto riguarda l’hub romano: “Abbiamo di nuovo tutti e 5 i vettori cinesi più China Airlines su Taipei e i tassi di riempiment­o in costante crescita”.

PUNTI DI VISTA

C’è poi il tema delle low cost, che in Italia hanno raggiunto una quota di mercato impression­ante. Sull’argomento Valeria Rebasti è stata categorica, spiegando che la debolezza del vettore di riferiment­o in Italia non ha fatto altro che “lasciare spazi nei quali per Volotea, Ryanair, easyJet o Wizz è stato ‘agevole’ inserirsi vista la loro mission sul point to point. Lo stesso non avviene ovviamente dove ci sono compagnie nazionali forti, come nel caso della Germania”. Se per i vettori tradiziona­li questo rappresent­a un problema, non così per gli aeroporti, come spiega ancora Tucci della Sea: “Sono ruoli complement­ari e per noi sono fondamenta­li per i collegamen­ti point to point perché ci consentono di offrire servizi aggiuntivi ai nostri clienti”.

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