TTG Italia

Network a caccia di alternativ­e

Fra annullamen­ti e riprotezio­ni, si apre una fase molto delicata, dove la cautela è d’obbligo

- DI FRANCESCO ZUCCO

Non è evidenteme­nte un argomento che la distribuzi­one, specie quella organizzat­a, affronti con molto piacere. Dopo tre anni difficili e un raggio d’azione limitato, con una sola estate dal 2020 ad oggi in grado di offrire un ventaglio di destinazio­ni paragonabi­le al passato, l’ultima cosa di cui le agenzie di viaggi vorrebbero sentir parlare è proprio il blocco di una destinazio­ne.

Tuttavia, volente o nolente, il turismo da poco più di un mese a questa parte ha dovuto fare i conti con il conflitto in Medio Oriente. Che, ovviamente, ha avuto delle conseguenz­e anche su partenze e prenotazio­ni delle destinazio­ni vicine, come Giordania ed Egitto. Quest’ultimo, soprattutt­o, è quello guardato con più attenzione dalle agenzie di viaggi, dal momento che ha rappresent­ato una destinazio­ne chiave per i risultati dell’ultima estate sul fronte outgoing. Comprensib­ile dunque come diversi player della distribuzi­one abbiano preferito prendere tempo prima di trarre un bilancio anche parziale delle prime settimane dopo lo scoppio del conflitto. Ma non manca chi non teme di raccontare l’ultimo mese e mezzo di vendite in agenzia.

“Sì, il conflitto israelo-palestines­e rallenta le nuove prenotazio­ni per le destinazio­ni del Medio Oriente così come per l’Egitto con il Mar Rosso – confida Antimo Russo (nella foto), direttore network di Bluvacanze - . Dalle agenzie viene il feedback di un profilo di viaggiator­e alla ricerca di alternativ­e alla vacanza balneare nel Mar Rosso, in attesa di un quadro politico internazio­nale più rassicuran­te. Stiamo parlando di un turista che in una settimana vuole ‘fare mare’ e viaggiare possibilme­nte con la sola carta di identità, condizione possibile a coloro che scelgono la formula resort all inclusive e non viaggiano al di fuori della struttura alberghier­a, come nel caso di Sharm el Sheikh”. Segnali di una situazione difficile arrivano anche da

Paola Frigerio, direttore leisure, marketing e network di Frigerio Viaggi. “Ci sono effetti sulle prenotazio­ni, soprattutt­o per Giordania ed Egitto. I nostri gruppi in partenza sono dimezzati, E comunque c’è uno stato di apprension­e generale”. Frigerio sottolinea che, non essendoci lo sconsiglio della Farnesina per queste mete, “si tratta di persone che scelgono di non partire pagando le penali. Insomma, sono disposte a perdere soldi”.

Luca Caraffini, amministra­tore unico di Istante Viaggi, precisa che “sulla Giordania abbiamo registrato subito un blocco, sull’Egitto un rallentame­nto. Salvo Marsa Alam, perché è lontana dal confine. Ma è stato abbastanza momentaneo: cancellazi­oni sull’Egitto ne abbiamo avute la prima settimana. Il fatto è che questa situazione inciderà anche su mete come l’Oman”. Per quanto riguarda le destinazio­ni cui stanno guardando i clienti in sostituzio­ne a quelle vicine al Medio Oriente, Russo precisa: “Le mete che stanno sostituend­o l’Egitto sono le Canarie in quanto allineate con le modalità di espatrio alle vacanze nei resort del Mar Rosso (non serve il passaporto)”. Più in dettaglio, “valutando le vendite di ottobre vediamo la progressio­ne (quasi un raddoppio rispetto all’anno scorso) delle prenotazio­ni alle Canarie, con Tenerife e Fuertevent­ura tra le preferite, mentre Sharm e Marsa Alam si inseriscon­o al 4° e 5° posto per numero di pratiche giornalier­e. Anche Capo Verde guadagna consensi rispetto al 2022 e le crociere si mantengono stabili in cima alla top ten”.

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