Network a caccia di alternative
Fra annullamenti e riprotezioni, si apre una fase molto delicata, dove la cautela è d’obbligo
Non è evidentemente un argomento che la distribuzione, specie quella organizzata, affronti con molto piacere. Dopo tre anni difficili e un raggio d’azione limitato, con una sola estate dal 2020 ad oggi in grado di offrire un ventaglio di destinazioni paragonabile al passato, l’ultima cosa di cui le agenzie di viaggi vorrebbero sentir parlare è proprio il blocco di una destinazione.
Tuttavia, volente o nolente, il turismo da poco più di un mese a questa parte ha dovuto fare i conti con il conflitto in Medio Oriente. Che, ovviamente, ha avuto delle conseguenze anche su partenze e prenotazioni delle destinazioni vicine, come Giordania ed Egitto. Quest’ultimo, soprattutto, è quello guardato con più attenzione dalle agenzie di viaggi, dal momento che ha rappresentato una destinazione chiave per i risultati dell’ultima estate sul fronte outgoing. Comprensibile dunque come diversi player della distribuzione abbiano preferito prendere tempo prima di trarre un bilancio anche parziale delle prime settimane dopo lo scoppio del conflitto. Ma non manca chi non teme di raccontare l’ultimo mese e mezzo di vendite in agenzia.
“Sì, il conflitto israelo-palestinese rallenta le nuove prenotazioni per le destinazioni del Medio Oriente così come per l’Egitto con il Mar Rosso – confida Antimo Russo (nella foto), direttore network di Bluvacanze - . Dalle agenzie viene il feedback di un profilo di viaggiatore alla ricerca di alternative alla vacanza balneare nel Mar Rosso, in attesa di un quadro politico internazionale più rassicurante. Stiamo parlando di un turista che in una settimana vuole ‘fare mare’ e viaggiare possibilmente con la sola carta di identità, condizione possibile a coloro che scelgono la formula resort all inclusive e non viaggiano al di fuori della struttura alberghiera, come nel caso di Sharm el Sheikh”. Segnali di una situazione difficile arrivano anche da
Paola Frigerio, direttore leisure, marketing e network di Frigerio Viaggi. “Ci sono effetti sulle prenotazioni, soprattutto per Giordania ed Egitto. I nostri gruppi in partenza sono dimezzati, E comunque c’è uno stato di apprensione generale”. Frigerio sottolinea che, non essendoci lo sconsiglio della Farnesina per queste mete, “si tratta di persone che scelgono di non partire pagando le penali. Insomma, sono disposte a perdere soldi”.
Luca Caraffini, amministratore unico di Istante Viaggi, precisa che “sulla Giordania abbiamo registrato subito un blocco, sull’Egitto un rallentamento. Salvo Marsa Alam, perché è lontana dal confine. Ma è stato abbastanza momentaneo: cancellazioni sull’Egitto ne abbiamo avute la prima settimana. Il fatto è che questa situazione inciderà anche su mete come l’Oman”. Per quanto riguarda le destinazioni cui stanno guardando i clienti in sostituzione a quelle vicine al Medio Oriente, Russo precisa: “Le mete che stanno sostituendo l’Egitto sono le Canarie in quanto allineate con le modalità di espatrio alle vacanze nei resort del Mar Rosso (non serve il passaporto)”. Più in dettaglio, “valutando le vendite di ottobre vediamo la progressione (quasi un raddoppio rispetto all’anno scorso) delle prenotazioni alle Canarie, con Tenerife e Fuerteventura tra le preferite, mentre Sharm e Marsa Alam si inseriscono al 4° e 5° posto per numero di pratiche giornaliere. Anche Capo Verde guadagna consensi rispetto al 2022 e le crociere si mantengono stabili in cima alla top ten”.