Alberghi, il morale è alto Il prodotto Italia reggerà
Gli imprenditori riferiscono di affari in costante miglioramento e il futuro è promettente anche per le location minori, adatte a operazioni ‘value added’
Insieme a quello dei trasporti è stato il settore più colpito, nell’industria del travel, dalle limitazioni pandemiche. Il mondo dell’hospitality è però anche stato quello che ha saputo rialzare la testa più velocemente ed è proprio su questo comparto che oggi si concentrano le maggiori aspettative di sviluppo.
Uno sviluppo che è diretta conseguenza del clima di fiducia che si respira tra gli albergatori italiani, reduci da una stagione estiva di successo anche per la sua straordinaria lunghezza, con importanti ricadute in mesi normalmente ritenuti di spalla. I dati del Barometro delle strutture ricettive italiane di Booking.com e Statista non potrebbero essere più eloquenti: la percentuale di intervistati che ha riportato un incremento dei tassi di occupazione delle camere è infatti aumentata, con 3 su 4 che ritengono gli sviluppi buoni o molto buoni, mentre il 75 per cento di loro segnala anche un aumento significativo o molto significativo della tariffa media giornaliera. L’ottimo andamento dell’estate influenza la fiducia degli albergatori nel futuro.
Il 63 per cento di loro, infatti, riporta una percezione positiva o molto positiva del proprio avvenire, superando la media Ue, che si attesta al 59 per cento.
PRENOTAZIONI ANTICIPATE
Tra le motivazioni di questa ritrovata serenità imprenditoriale c’è senz’altro la prenotazione anticipata, una tendenza che appare più evidente in Italia che altrove, essendo questo un fattore menzionato da quasi sei intervistati su dieci, rispetto alla media Ue che è del 51 per cento. In aumento anche la durata del soggiorno: a riferire il dato di permanenze più brevi rispetto al passato è solo il 31 per cento degli albergatori italiani, rispetto al 44 per cento di quelli europei. Il sentiment del ricettivo è suffragato dalle cifre di Cbre Research, che sulla base dei dati Str Global per il primo semestre dell’anno riporta una crescita dei ricavi camere in Europa pari al 20 per cento, con un trend guidato da Italia, Francia e Spagna, i Paesi supportati da una forte domanda statunitense. In Italia, in particolare, nei principali mercati urbani si registra un allineamento ai livelli pre-pandemici di occupazione, accompagnati da un ulteriore incremento dell’adr sullo stesso periodo del 2022. Nel segmento dei resort di lusso, poi, la crescita attesa per il 2023 si attesta nell’ordine di almeno 20 punti percentuali. La scoperta, da parte della componente internazionale di clientela, dei centri turistici minori della Penisola sta poi modificando velocemente la geografia degli investimenti; accanto alle grandi città d’arte, la cui attrattività rimane immutata, emergono opportunità per operazioni immobiliari con profilo rischiorendimento ‘value added’ anche in location secondarie. Rispetto ad altre, infatti, queste strutture tendono a produrre inizialmente meno reddito, raggiungendo però l’obiettivo di crescita del valore nel medio-lungo termine.
LE SFIDE
Per quanto riguarda, infine, le sfide per il futuro non è una sorpresa trovare al primo posto nel sondaggio di Booking.com la questione dei costi dell’energia, che preoccupa quasi 4 strutture su cinque. Al secondo posto, per il 61 per cento degli intervistati, il costo del personale, seguito dai costi di produzione e dei servizi, dalla sostenibilità e dalla tassazione. Al sesto posto, a sorpresa, l’assunzione e il mantenimento del personale, che sembrano una problematica meno significativa in Italia rispetto agli altri Paesi europei, essendo stata menzionata tra le sfide solamente dal 39 per cento delle strutture.