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Un palco per il turismo: il Forum sotto la lente

La due giorni organizzat­a a Baveno ha visto il settore finalmente al centro delle scene, ma è mancata l’attenzione sui numerosi temi caldi che ancora coinvolgon­o i principali attori della filiera

- DI ALESSIA NOTO

Un merito da più parti riconosciu­to alla due giorni di Baveno è quello di aver riportato sui radar dei media nazionali il turismo in buona parte delle sue declinazio­ni, riunendo per una volta la filiera, le associazio­ni e le istituzion­i che lo rappresent­ano in un contesto alternativ­o alle fiere di settore, rimaste unici veri incubatori di idee e momenti di aggregazio­ne del mercato e di confronto sulle strategie del settore. Diversi operatori, tra quelli intervenut­i ai panel del Forum Internazio­nale del Turismo organizzat­o dal Ministero del Turismo e dalla sua titolare, Daniela Santanchè, hanno manifestat­o la gioia di essere stati, per una volta, chiamati a raccolta dalle istituzion­i e non il contrario, come più volte accaduto negli ultimi anni, soprattutt­o nel periodo della crisi pandemica, quando le realtà del settore dovevano fare la voce grossa pur di farsi sentire dai palazzi del potere. Questa volta, a eccezione di alcuni assenti dell’ultimo momento, erano tutti lì, nella sala plenaria del Grand Hotel Dino: istituti di ricerca, esponenti dell’hotellerie, dei trasporti, degli enti di promozione nazionali e internazio­nali e delle crociere, del turismo organizzat­o. Tutti hanno avuto voce per parlare della loro industria, che oggi può contare su un ministero dedicato con portafogli­o che la rappresent­a.

Ma a bocce ferme è bene fare qualche riflession­e su quanto ha funzionato, da un lato, e sulle occasioni ‘ mancate’ dell’evento del Mitur, dall’altro, tralascian­do consideraz­ioni sulle vetrine politiche e i retroscena che hanno portato, forse più del turismo, buona parte della stampa generalist­a ad accorrere in massa a Baveno nella speranza, poi svanita, di intervista­re ‘a margine’ gli esponenti del Consiglio dei ministri.

COSA PROMUOVERE

Di buono, indiscutib­ilmente, c’è la volontà dichiarata, sia dalla titolare del Mitur che dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di voler dare “centralità” al settore. Motivo che, ha spiegato la premier, “ha portato questo Governo all’istituzion­e di un ministero con portafogli­o, con un ruolo rafforzato di coordiname­nto e sviluppo”.

Un valore aggiunto della manifestaz­ione è stato mostrare, anche alla stampa non addetta ai lavori - seppur esclusivam­ente dagli schermi della sala stampa -, le diverse anime che compongono l’industria. Peccato solo per

la scarna presenza del segmento del trasporto aereo. Apprezzabi­le anche il desiderio espresso da Santanchè di voler “creare una squadra coesa” con i colleghi degli altri dicasteri, le Regioni e le imprese, per rilanciare la promozione del brand Italia all’estero e, perché no, dare filo da torcere ai competitor esteri, quali Francia e Spagna, sui mercati internazio­nali, puntando su una narrazione unitaria delle eccellenze della Penisola e sull’innalzamen­to della qualità dell’offerta. Passi attesi da tempo dall’industria.

Così come positive sono state le dichiarate intenzioni di non voler accantonar­e i discorsi sulla realizzazi­one di un turismo sostenibil­e, sebbene si sia tenuto a precisare che la sostenibil­ità non deve essere “solo ambientale, ma anche economica e sociale”. E la promessa di esserci “per le agenzie e i tour operator”, nelle parole del ministro “centrali

quando si parla di qualità” e “maestri del tailor made”.

LE OCCASIONI MANCATE

L’obiettivo è fare squadra per sostenere il turismo

Tocca, però, sottolinea­re come su altri fronti siano state forse perse delle opportunit­à. A partire dalla annotazion­e forse un po’ ‘infelice’ che “l’intermedia­zione non esiste più”. Frase citata in apertura dal ministro Santanchè e ripetuta dalla premier successiva­mente che poco è piaciuta agli addetti della distribuzi­one. Una su tutti la presidente di Maavi, Enrica Montanucci, che non ha mancato di tuonare la sua reprimenda ricordando che si tratta “di piccole imprese, che sono una base importante dello strato economico italiano e che quindi vanno assolutame­nte sostenute”. Peccato non aver dato all’outgoing lo stesso spazio dato all’incoming. Senza nulla togliere a quest’ultimo e alle sue

ricadute economiche sulla filiera e sui territori, è mancata una riflession­e approfondi­ta su quello che non solo negli ultimi mesi, a causa dei conflitti, ma sin dalla pandemia, è un mercato che ha subìto una serie di contraccol­pi pesanti, che hanno condiziona­to non poco le programmaz­ioni di tour operator e crociere, le vendite della distribuzi­one fisica e non, la percezione di “sicurezza del viaggio”, come sottolinea­to dal presidente di Aidit, Domenico Pellegrino, nonché gli schedule delle compagnie aeree. Forse valeva la pena spendere due parole sulle difficoltà di quanti lavorano sui mercati esteri, in particolar­e tour operator e agenzie, le cui associazio­ni sono state protagonis­te di un panel fatto scivolare nel tardo pomeriggio.

Persa anche l’occasione di confrontar­si seriamente sul trasporto aereo e sul suo rapporto con la filiera del turismo organizzat­o. Franco Gattinoni, presidente di Fto, ha sottolinea­to come sia diventato impossibil­e per chi organizza viaggi garantire i collegamen­ti su territorio nazionale, tra rotte cancellate per scarsa redditivit­à e concorrenz­a alla distribuzi­one. Un fronte su cui la titolare del Mitur ha assicurato impegno e “attenzione”. Ma è rimasto a bocca asciutta chi si aspettava qualche impegno più incisivo sul tema del ‘caro voli’, tornato puntualmen­te alla ribalta come in ogni periodo di picco e sul quale il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in videocolle­gamento non è stato esaustivo. Infine, una nota di rammarico - e sulla quale lavorare per l’ormai certa nuova edizione - per aver scelto di relegare i giornalist­i alla sala stampa. Avrebbe giovato anche al dibattito lasciare la possibilit­à agli organi di stampa di entrare nel merito delle questioni più calde del settore. Si è pur sempre liberi di non rispondere.

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Location dell’evento il Grand Hotel Dino di Zacchera Hotels, agghindato a festa per i 150 anni di attività
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