Il gigante è tornato a correre
La Cina mostra un potenziale di crescita enorme, che la nuova regola sui visti potrebbe trasformare in realtà
Una notizia “clamorosamente positiva”, impensabile solo fino a qualche mese fa. La Cina volta definitivamente pagina e dallo scorso 1 dicembre introduce una politica di ingresso senza visto per viaggi della durata di 15 giorni da numerosi Paesi, fra i quali anche l’Italia. Il provvedimento sarà valido fino a fine novembre 2024, ma la svolta appare già “epocale”, come la definisce Michele Serra, presidente di Quality Group e a.d. di Mistral Tour, ma soprattutto profondo conoscitore della destinazione. “Il significato del provvedimento adottato dal Governo cinese è senza precedenti – commenta entusiasta il manager -. Fino a ieri, la politica di chiusura in atto rendeva complicati i viaggi verso il Paese, sia sul fronte leisure sia per gli uomini d’affari. Non si trattava di una mera questione di visto o di costi di viaggio, il problema era più profondo. Da oggi però il quadro è completamente cambiato e anche a livello di marketing e comunicazione assisteremo a una decisa accelerata”.
ARIA FRIZZANTE
L’aria che si respira anche solo rispetto a una settimana fa è più frizzante: “La Cina è sempre stata un gigante turistico, ma negli ultimi tre anni è stata dimenticata ed è scomparsa dall’immaginario collettivo dei viaggiatori tricolore. Da quando in marzo ha riaperto le frontiere, il gigante si è rimesso in moto, ma a un ritmo molto lento, che solo in questi giorni sta registrando un’accelerazione. Ci vorrà del tempo e non penso torneremo subito ai livelli del 2019. Ma il potenziale è davvero enorme. La Cina è finalmente libera di correre e in questi anni è profondamente cambiata”.
Serra fa riferimento ai miglioramenti a livello di infrastrutture, servizi e ospitalità: “I cinesi non si sono fermati e il prodotto che viene proposto oggi è migliorato notevolmente dal punto di vista qualitativo”. Per questo, Serra torna a scommettere su quello che è stato il suo primo amore, molti anni fa: “La Cina per me è un valore assoluto. È una destinazione fuori budget, che potrebbe portarci da 200 a 3mila passeggeri”. Quel che è certo è che chi l’ha visitata è tornato contento e “il passaparola rappresenta il nostro miglior biglietto da visita”.
Le richieste intanto crescono e non riguardano più solo il classico triangolo Pechino-Shanghai-Xi’an: “Oggi c’è forte interesse anche per le ‘montagne di Avatar’ che si trovano nel Zhangjiajie National Forest Park, oppure per la regione dello Sichuan, o ancora per il Tibet, più accessibile grazie al volo su Chengdu”.
L’euforia contagia anche Laura Grassi, product manager Cina di Chinasia by Idee per Viaggiare, che organizza viaggi in Cina dai lontani Anni Ottanta. “Il visto è sempre stato necessario per entrare nel Paese e questo è un cambio di passo che non si era mai verificato in passato”. Un vero e proprio invito a scoprire la destinazione, che, conferma la manger, “non si è mai fermata. Sono tornata dopo tre anni e mezzo di chiusura totale e ho trovato una Cina meravigliosa, con meno traffico, più strade, più piste ciclabili, una metropolitana più efficiente, strutture alberghiere a 4 e 5 stelle assolutamente pronte a ricevere la clientela internazionale. E in più, con quel fascino che solo negli anni Ottanta avevo assaporato, ritrovandomi fra i pochi occidentali in visita nel Paese”. Un fascino intatto, che a maggior ragione viene preservato nelle parti del Paese meno battute: “Penso per esempio allo Sichuan, allo Yunnan delle minoranze etniche, alla zona celebrata in Avatar…”. Una freccia in più all’arco della Cina è quella descritta da Anna Rita Peroni, co-titolare di Metemozioni: “Grazie ai collegamenti diretti operati da Air China, China Eastern e Hainan Airlines il comfort e i costi del viaggio sono assolutamente concorrenziali e la Cina può finalmente competere ad armi pari con altre blasonate mete orientali. Proprio per questo anche l’età media della clientela si è abbassata. E stanno cominciando ad affacciarsi “anche richieste di viaggi combinati, come il Cina più Maldive. Una vera novità su un mercato che sta cambiando davvero in profondità”.