A Riyad va l’Expo 2030, il sogno diventa realtà
Sarà la capitale dell’Arabia Saudita a ospitare l’Esposizione Universale. Amara la sconfitta di Roma, arrivata ultima nella corsa a tre alle spalle anche di Busan
Il verdetto tanto atteso, alla fine, è arrivato, ma per Roma è stato una sconfitta clamorosa: sarà Riyad a ospitare l’Expo 2030. Una vittoria schiacciante sulla nostra Capitale, che si è presentata candidata al rush finale insieme alla sudcoreana Busan. A sancire la debacle le cifre: al termine della riunione dei delegati del Bureau International des Expositions (Bie) a Issy-Les-Molineaux, alle porte di Parigi, la capitale dell’Arabia Saudita ha raccolto 119 voti, mentre Busan si è fermata a 29 voti e Roma ne ha ottenuti solamente 17. Subito si è acceso il dibattito sulle cause della sconfitta: c’è chi ha evidenziato come la carenza diplomatica del nostro Paese abbia avuto un ruolo chiave, insieme alla mancanza di unione dell’Europa, che non ha voluto appoggiare l’unica candidata del Vecchio Continente. D’altronde la stessa Francia non aveva fatto mistero, nelle scorse settimane, di parteggiare per la città saudita. Altri si sono spinti ad analisi a più ampio raggio, accennando agli equilibri mondiali che si stanno spostando verso nuove terre e città, con assetti di potere che privilegiano economie giovani, come appunto quella saudita.
Un fatto è certo: Riyad era da più parti indicata come la favorita nella gara per la prossima Esposizione Universale - anche se in molti pensavano a un possibile ballottaggio proprio con Roma - e non ha deluso le aspettative, stravincendo sugli altri due contendenti.
INVESTIMENTI ASTRONOMICI
Certamente il ruolo giocato dai petroldollari non è stato irrilevante, dal momento che la capitale saudita non ha badato a spese per promuovere la propria candidatura, così come non lo farà per creare le infrastrutture a supporto dell’Expo. Il budget totale stanziato per la manifestazione mette i brividi: stiamo parlando di qualcosa come 7,82 miliardi di dollari. Molto ambizioso l’obiettivo: dar vita a un’edizione senza precedenti, con una previsione di 179 Paesi espositori, 40 milioni di visitatori e un miliardo di visite virtuali. Il tema scelto per l’Expo, che si terrà dal 1 ottobre 2030 al 31 marzo 2031, è ‘L’era del cambiamento: Insieme per un domani lungimirante” e proprio sulla scia di questo concetto Riyad ha stanziato 335 milioni di dollari per sostenere gli Stati in via di sviluppo ritenuti idonei a partecipare. “Ci aspettiamo che tutti concorrano al buon esito della manifestazione - sostiene Ibrahim bin Mohammed Al-Sultan, amministratore delegato ad interim della Commissione reale della città di Riyad -. Mi riferisco alla creazione del sito, al design e ai suoi contenuti. Dalla Cina alla Corea, dall’Italia all’Inghilterra all’Africa: voglio che partecipino tutti. L’Arabia Saudita ha annunciato che aiuterà tutti i Paesi e avrà il suo padiglione. Vogliamo che sia un’Expo senza precedenti”. Grande enfasi viene data anche all’iniziativa ‘Zero Carbon’, che punta a raggiungere la neutralità carbonica.
LE CIFRE
Il sito che accoglierà l’Expo copre un’area di 6 milioni di metri quadrati a cinque minuti di auto dall’aeroporto della capitale e sarà collegato dalla nuova rete metropolitana. “Ci saranno sei linee di metropolitana, per una lunghezza di quasi 170 chilometri: è forse l’unico progetto al mondo di queste dimensioni - dice Ibrahim bin Mohammed Al-Sultan -. Collegherà l’aeroporto alla sede dell’Expo, al centro e a tutti i luoghi importanti della città”. Città che si sta trasformando a tempo di record: solo per l’Expo è prevista la costruzione di 70mila nuove camere d’albergo, ma i progetti in cantiere sono 27 e, tra questi, c’è anche il King Salman Park, che con i suoi 16 kmq sarà il più grande parco urbano del mondo. “Expo 2030 - dice George Tanasijevich, amministratore delegato del fondazione King Salman Park - porterà un’immensa consapevolezza delle opportunità offerte da Riyad. Probabilmente molte persone hanno idee sbagliate su cosa sia l’Arabia Saudita e con l’Esposizione Universale tutti gli occhi saranno puntati sulla capitale: sarà una grande opportunità per farci conoscere anche ai mercati che ancora non ne sanno abbastanza di noi”.
LA REAZIONE ALLA DEBACLE
Un’opportunità che, invece, Roma si è fatta sfuggire, come sostiene il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli: “Sapevamo che sarebbe stato difficile, ma non pensavo a una debacle di questo genere” ha ammesso, aggiungendo: “Ora speriamo che le istituzioni tutte lavorino insieme per compensare questa opportunità perduta per la città di Roma”. Decisamente più polemico il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri: “Il nostro progetto era molto bello - ha detto -, ma i rapporti di forza economici, che qui sono stati espressi, come avevamo anche segnalato, hanno portato a un voto nettissimo, a una vittoria schiacciante di Riyad. È un tema: molti eventi internazionali stanno andando a colpi di risorse nel Golfo, avevamo segnalato questo problema. Adesso dobbiamo sportivamente accettare la sconfitta”.