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Amo i colori, ma sul set vado in bianco

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EElle Fanning emana gioia. «Sono entusiasta» dice. Ma non, come penseremmo, perché è diventata un fenomeno di Hollywood e ha girato, giovanissi­ma, più di 30 film spesso con registi e attori da Oscar. È felice di avere 18 anni e non vede l’ora che sia il 9 aprile, quando ne compirà 19. «Lo dico a tutti, neanche fosse un evento di chissà quale straordina­rietà». È arrivata l’ora di girare una commedia romantica? «Almeno arriverei viva alla fine del film!» ride lei. Dopo essere stata cannibaliz­zata nel sanguinole­nto The Neon Demon di NicholasWi­nd Refn, uscito la scorsa estate, fa una pessima fine anche in La legge della notte, il noir diretto e interpreta­to da Ben Affleck ambientato nei ruggenti anni Venti (esce il 2 marzo). Lei interpreta Loretta Lynn, figlia del capo della polizia diTampa (Florida) che sogna di diventare una stella di Hollywood ma finisce in un giro di droga e pornografi­a. Poi si trasforma in una fanatica moralizzat­rice, ripete di continuo «Pentitevi, andremo tutti all’inferno», ma la sua sorte è segnata. «Nelle scene più dure e cruente, Ben Affleck mi trattava con un occhio di riguardo. Si vede che è un padre affettuoso (ha tre figli, ndr)» racconta. «Quando l’ho incontrato per parlare del film, ero più nervosa del solito perché il mio personaggi­o ha parecchie scene con lui, che è protagonis­ta e pure regista... vale a dire, una doppia fonte di ansia per me». In La legge della notte, Elle ha la sua prima parte da adulta. «Loretta non è un’adolescent­e ma una giovane donna, che ha dovuto maturare in fretta. Le altre attrici candidate al ruolo erano più grandi di me, difatti non speravo proprio di ottenerlo... Sapesse che sorpresa quando Ben mi ha telefonato, personalme­nte. Ha pure fatto lo spiritoso: “Ti va ancora di recitare con me?” ha chiesto con la voce cavernosa di BruceWayne, cioè Batman ».

SCRIVO DIARI E RACCONTI DA QUANDO ERO BAMBINA. SOGNO DI DIRIGERE UN FILM, PER RACCONTARE UNA STORIA MIA, CREARE UN UNIVERSO

E poi com’è andata sul set? «Ben mi ha molto stupito. Appena finiva una scena, correva dietro la macchina da presa per controllar­e sul monitor com’era venuta. Non so come faccia a essere così veloce, efficiente e tranquillo. Io invece, che di solito studio le battute la sera prima di girare ogni scena, avevo un paio di monologhi così lunghi che ho cominciato a ripassarli una settimana prima». Davanti alla cinepresa si sentiva insicura? «A volte gli ho chiesto di girare nuovamente una scena, perché non ero del tutto soddisfatt­a. Ma lui si è spesso stupito della cosa, mi rispondeva: “Per me andava benissimo, ma se proprio vuoi...”». Tra i temi del film ci sono il gioco d’azzardo e l’alcol di contrabban­do. Ne sa qualcosa? «Personalme­nte no: sia per giocare che per bere ci vogliono 21 anni, devo ancora aspettare un po’… Scherzi a parte, per farmi un’idea ho visto un po’ di documentar­i sul proibizion­ismo. Ed è stato come salire sulla macchina del tempo». Si è sentita a suo agio negli abiti degli anni Venti? «Magnificam­ente. Jacqueline Web, la costumista, ha usato solo abiti vintage. Per noi attrici (ci sono anche Zoe Saldana e Sienna Miller, ndr) è stato come andare a fare shopping! Io sono vestita soprattutt­o di bianco e per me è una novità, visto che ho l’ossessione dei colori brillanti». Il film è prodotto da Leonardo DiCaprio. L’ha incontrato? «Sì, ma alla fine delle riprese, a Los Angeles. È stato molto gentile».

In 15 anni, ha girato oltre 35 tra film per il cinema e la tv. Solo quest’anno ne ha sei in arrivo. Vuole battere qualche record? «Per un po’ di tempo è stato solo un hobby e, all’inizio, servivo a fare la parte da bambina nei film di mia sorella Dakota (ha 23 anni, ndr)». A questo punto della sua carriera con che criterio sceglie i film? «La prima cosa è la storia: quando leggo la sceneggiat­ura devo immedesima­rmi subito nel personaggi­o, se invece mi vengono dei dubbi significa che è meglio lasciar perdere. Poi contano il nome del regista, dei colleghi. Girando certi film si imparano tante cose». Qualche esempio di quelli recenti?

«20th CenturyWom­en (appena uscito negli Usa, ndr), con Annette Benning e Greta Gerwick, racconta di una famiglia protofemmi­nista degli anni 70: per me è stata una lezione di vita. Con The Beguiled (uscirà a settembre, ndr), di Sofia Coppola, mi sono ritrovata nella guerra civile americana. In How toTalk to Girls at

Parties (la data di uscita non c’è ancora, ndr), con Nicole Kidman, nella “swinging London” degli anni 70». Ma è vero che le piacerebbe fare la regista? «Sì, è un desiderio nato dalla passione per la scrittura. Riempio diari e scrivo racconti da quando avevo nove anni. Lavorando nel cinema ho capito che anche i registi, come gli scrittori, possono creare dei mondi. E penso proprio che un giorno ci proverò, ma non ho fretta». Il suo primo ricordo di Hollywood? «A quattro anni, sul set The Door in

the Floor, c’era Jeff Bridges che mi aiutava a disegnare le persone, mi ha insegnato a iniziare dalle gambe». Sapeva che era un attore famoso? «Ero troppo piccola, guardavo solo cartoni animati. Più che uno famoso, sembrava uno simpatico». Quando ha scoperto il mondo delle celebrity? «Andando ai miei primi concerti, da fan di Beyoncé e Gwen Stefani. Avevo12 anni».

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 ??  ?? Elle Fanning è testimonia­l di Miu Miu per la campagna primavera-estate 2017. Qui sopra a destra, accanto alla modella Mayowa Nicholas.
Elle Fanning è testimonia­l di Miu Miu per la campagna primavera-estate 2017. Qui sopra a destra, accanto alla modella Mayowa Nicholas.
 ??  ?? Qui sopra, Elle Fanning in How to Talk to Girls at Parties, un film sulla swinging London degli anni 70 (data di uscita da definire). In alto in La legge della notte con Ben Affleck, in arrivo nei nostri cinema il 2 marzo. Qui sotto, con il fidanzato...
Qui sopra, Elle Fanning in How to Talk to Girls at Parties, un film sulla swinging London degli anni 70 (data di uscita da definire). In alto in La legge della notte con Ben Affleck, in arrivo nei nostri cinema il 2 marzo. Qui sotto, con il fidanzato...
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