In faccia? Di tutto
ALESSANDRO BERTOLAZZI È ITALIANO ED È UNO DEI MAKE-UP ARTIST PIÙ BRAVI AL MONDO. INFATTI IL 26 FEBBRAIO POTREBBE VINCERE UN OSCAR: PER I TATUAGGI E IL SANGUE A FIUMI DI
Nel suo camerino c’è una scritta: “I’m italian, I can’t keep calm”, sono italiano, non posso stare calmo. Vive fra Londra e Hollywood, ma viaggia in tutto il mondo: Corea, Brasile, Islanda, Messico... Usa pennelli, rossetti, cacao, argilla e sangue, tanto sangue. Finto, ma di ottima qualità. Alessandro Bertolazzi è un make-up artist. Il migliore di tutti. È lui che ha truccato Jared Leto riempiendolo di tatuaggi - persino sui denti - per trasformarlo nel joker di Suicide Squad. Finito il lavoro su Jared, passava a Margot Robbie (che interpreteva Harley Quinn) e alla “strega” Cara Delevingne. Risultato? Strepitoso, come conferma la nomination agli Oscar del 26 febbraio. Che significa molto anche per uno che è al top da anni: ha truccato - tra gli altri Monica Bellucci in Malèna, e si è inventato uno Javier Bardem biondo in 007 Skyfall. Cosa significa essere italiano nel cinema mondiale? «Oggi, in realtà, non molto: se sei bravo rimani, sennò ti rimandano a casa. In ogni caso, ti chiedono la ricetta della pasta alla carbonara!». Che cosa ha pensato quando l’ hanno chiamata per Suicide Squad? «Non avevo mai lavorato a un film tratto da un fumetto: avevano aspettative immense riguardo al trucco. Ho pensato “mi licenzieranno nel giro di un paio di settimane”». Invece è arrivato agli Oscar. Ma ha disegnato direttamente lei i tatuaggi di Leto? «Certo! Mentre a Cara Delevingne ho messo in faccia di tutto: olio, polvere e sangue, buttati sul viso in modo brusco per contrastare la forza della sua bellezza». Quante ore ci sono volute, ogni giorno? «Almeno tre prima del ciak, e un’ora per togliere il trucco, dopo le riprese».
Che cosa consiglia a una giovane che vuole diventare make-up artist? «Le consiglierei di andare via dall’Italia. Londra è piena di scuole straordinarie, e c’è lavoro». In tante ore al trucco gli attori si confidano con lei? «Tutti. Dicono cose che nessun giornalista riuscirà mai a sapere. E che ovviamente non usciranno mai da questa bocca».