Fiction, ma neanche tanto
DI PADRE IN FIGLIA RACCONTA UNA FAMIGLIA D’ALTRI TEMPI. DOVE I PAPÀ ERANO DURISSIMI E LE FIGLIE SOFFRIVANO PARECCHIO
Non si fa a tempo a finire di seguire una fiction che ne arriva subito un’altra. Siete dipendenti della misteriosa vicenda di
Sorelle che sta per concludersi? Tranquille, eccovi servite con due nuove grandi storie. Una è il seguito di Tutto può succedere, che parte il 20 aprile, di cui parleremo nei prossimi numeri. Intanto, martedì 18, sempre su Raiuno, inizia un “teleromanzo”, come si diceva una volta, tutto nuovo. Si intitola Di padre in figlia ed è una saga familiare firmata dal regista Riccardo Milani, già autore di Una grande famiglia e di È arrivata la felicità, nonché marito di Paola Cortellesi (che c’entra? Nulla, ma giusto per darvi quel saporino di gossip che so non dispiacervi). La storia è quella di una famiglia ricca e numerosa: il capo, in tutti i sensi, interpretato da Alessio Boni
(Tustyle l’ha intervistato a pag. 50), è il padrone di un’azienda che produce grappa (siamo inVeneto) e quando dico padrone intendo proprio padrone in tutto: dei suoi dipendenti e della sua famiglia. Ambientata tra gli anni 50 e gli 80, Di padre in figlia racconta i sogni del dispotico patriarca (soprattutto avere un figlio maschio a cui intestare l’azienda), le frustrazioni della moglie (Stefania Rocca), le inquietudini delle figlie. Ma un grosso guaio aleggia su tutto: l’erede predestinato, il figlio maschio che arriva proprio per ultimo, è troppo timido e sensibile per reggere l’urto delle ambizioni paterne. In questa storiona piena di colpi di scena troverete tanti temi che vi stanno a cuore, primo fra tutti l’emancipazione femminile, che non è semplice oggi, figuriamoci cinquant’anni fa. E poi tanto amore, vero e presunto, più una dose inevitabile di tradimenti e perfidie. È una serie non impegnativa: vi bloccherà per quattro puntate. Sospetto che una fiction tanto breve nasconda il progetto di una seconda stagione e chissà, forse anche di più. Dipende da voi, dalle vostre capricciose simpatie e dai vostri incontrollabili impulsi sul telecomando.