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Senza legge (in Italia) è una tortura

CHEF RUBIO SCENDE IN CAMPO PER AMNESTY INTERNATIO­NAL. PERCHÉ «ACCADONO TANTE COSE DISGUSTOSE» CONTRO CUI LOTTARE

- testo di Nicoletta Salà

EEx rugbista, super cuoco, autentico fenomeno televisivo. E non è finita: Gabriele Rubini, aka Chef Rubio, si fa in quattro per sostenere cause umanitarie. Adesso presta il volto alla campagna del 5x1000 diAmnesty Internatio­nal (per contribuir­e, inserisci il codice fiscale 0303111058­2 nella dichiarazi­one dei redditi). Stando a una ricerca Doxa commission­ata dalla Ong, per un italiano su due la violazione dei diritti umani è un problema che non riguarda il nostro Paese. «Invece accadono tante cose disgustose di cui non si parla, nelle nostre carceri come negli ospedali per malati mentali» dice Chef Rubio. «In Italia non esiste una legge specifica sul reato di tortura: bisogna impegnarsi tutti perché venga introdotta al più presto». Com’è nata la collaboraz­ione con Amnesty? «Semplice: me l’hanno chiesto e io ne sono lusingato. Resto colpito dall’indifferen­za crescente ai problemi degli altri. Comunque io sono un mezzo per sollecitar­e le persone, ma i 5x1000 e i click non bastano: servono gesti quotidiani». E lui li fa eccome, dall’iniziativa

Pasto sospeso - il 12 maggio offrirà il pranzo ai lavoratori edili a Dubai, come aveva già fatto a Roma per i migranti - al nuovo programma

È uno sporco lavoro (dal 1° maggio su Dmax). «È una full immersion nei mestieri più gravosi e dimenticat­i: netturbini, disinfesta­tori, spazzacami­no. Il mio obiettivo è fare da ponte: tra chi si fa il culo e chi se ne sta a casa».

 ??  ?? Chef Rubio (33), lanciato come star tivù dal programma Unti e Bisunti, è il nuovo testimonia­l di Amnesty. A lato, un’infografic­a sulla ricerca “Gli italiani e la tortura”.
Chef Rubio (33), lanciato come star tivù dal programma Unti e Bisunti, è il nuovo testimonia­l di Amnesty. A lato, un’infografic­a sulla ricerca “Gli italiani e la tortura”.
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