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LA CARDIOPOST­A DI PULSATILLA

TUTTI PENSANO CHE DOVREMMO METTERCI INSIEME. MA LUI È VAGO IL FUNERALE DI MIA SUOCERA È STATO UNA FIERA DELL’IPOCRISIA. CHE TRISTEZZA!

- a cura di Eleonora Molisani

Ho 17 anni e alla mia età non è facile capire che cosa si prova. Il fatto è che non sono sicura dei miei sentimenti e soprattutt­o non ho idea di cosa provi lui. Siamo molto amici, c’è un forte contatto fisico, abbracci, carezze, gambe che si sfiorano. Con lui sto bene, mi fa ridere, ma mi fa anche arrabbiare. Tutti quelli che ci conoscono dicono che dovremmo stare insieme, la mia migliore amica dice che siamo innamorati. Il punto è che io sono influenzat­a da queste voci. E poi lui dice cose ambigue, prima sembriamo fidanzati poi invece fa una battuta per dire che non potremmo mai stare insieme. Di occasioni ce ne sono state tante, ma non è mai successo nulla di importante tra noi... Senza firma Ti poni il problema di cosa ne pensa lui, ti poni il problema di cosa ne pensa la tua migliore amica, ti poni il problema di cosa ne pensa chi vi conosce. Adesso ti poni anche il problema di cosa ne penso io. Che dirti: penso che ti occupi molto delle opinioni degli altri e molto poco delle tue sensazioni. Tratti questo “non è mai successo nulla di importante” come un puro accidente, come se quello che ti succede non dipendesse da te. È come se ci sedessimo al ristorante e tu, dopo aver sfogliato il menu, mi dicessi: «Non so cosa prendere.Tu che ne pensi?». Su cosa dovresti ordinare, non penso niente. Penso che sarebbe il caso di chiedere a te stessa che cosa vuoi. Se non sei in contatto con quello che vuoi, se non sai agire per avere e difendere ciò che desideri, sarebbe insensato stare con lui. O con chiunque altro. Se non sai cosa ordinare, sarebbe insensato dirti: «Ordina un capretto in salsa verde». E, anzi, ti invito a diffidare di chi lo fa.

Sono

fresca di sepoltura: domenica c’è stato il funerale di mia suocera e mi sono ritrovata a baciare e abbracciar­e calorosame­nte (cosa per me molto fastidiosa se fatta con sconosciut­i) persone mai viste. Immancabil­e e ben marcata la frase di rito: «Ma quanto era brava e buona la defunta!» per proseguire con lodi alle nuore, una delle quali mai vista, e le critiche fioccate a lingua sciolta da un’anziana zia rimbambita. I ricordini con la foto? Beh, quelli non possono mancare! L’avviso nella via? Con cento euro te lo attaccano divinament­e! E poi la mancia al frate che ha detto la messa, il rinfresco, la foto sul tavolino ritoccata con photoshop. L’ipocrisia umana non ha limiti. Fabiana Siate brevi, vi prego. Anche questa lettera, come molte altre che arrivano, l’ho dovuta tagliare per ragioni di spazio. Peccato, perché la sfuriata contro il malcostume dei necrofori faceva davvero sganasciar­e (“era più decorosa e più se stessa appena morta che dopo la vestizione e il trucco!”). Cara Fabiana, io a stento ci capisco qualcosa della vita, figurati se ho qualcosa da insegnare sulla morte. Ma una cosa sento di dirtela, ed è questa: secondo me tua suocera, ovunque si trovi, adesso che non deve più occuparsi di mance, pranzi, pettegolez­zi e fotoritocc­hi, adesso che può contemplar­e le cose da una prospettiv­a più ampia e obiettiva, domenica sperava solo che voi vi godeste la giornata. Godetevi la vita, godetevi l’abbraccio anche fra sconosciut­i, celebrate la bellezza di essere al mondo e non sprecate il tempo a mugugnare e a puntarvi il dito addosso. Farti il fegato amaro per questo e quest’altro non serve a nulla, se non ad alimentare il tuo risentimen­to. Prova a cogliere il bello in te e negli altri. La defunta ne sarà contenta ma soprattutt­o, credimi, sarai più contenta tu, e saranno più contente le persone intorno a te. E questa è la seconda predica che ti becchi nel giro di pochi giorni, mi spiace.

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Pulsatilla scrittrice e sceneggiat­rice

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