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Enrique Iglesias

IL RE DEL POP LATINO TORNA IN ITALIA DOPO OTTO ANNI DI ASSENZA. «IL SEGRETO DEL MIO SUCCESSO? LE PORTE IN FACCIA CHE HO PRESO NELLA VITA»

- Ernesto Pazienza

Dici Enrique Iglesias e pensi alla musica latina che si fa tormentone pop. È lui il più amato dalle fanciulle sudamerica­ne (ma ormai anche dalle signore), 42 anni, spagnolo di nascita ma prestato al sole di Miami. Uno che ogni volta che apre bocca sforna dischi di platino. Come con il brano Subeme la radio. Adesso Iglesias torna a suonare in Italia: il 19 maggio all’Unipol Arena di Bologna e il 20 al Forum d’Assago.

Mancava dall’Italia da una vita.

Da otto anni, per l’esattezza. Amo tutto del vostro Paese: la musica, Ramazzotti, i ricordi di quando, agli inizi della carriera, fuggivo a Venezia ogni volta che mi si presentava l’occasione.

A quei tempi voleva scappare dal suo cognome (il padre è Julio Iglesias, cantante un tempo strafamoso, ndr)...

Già. Ma la mia forza nasce dalle tante porte in faccia che ho preso. Il mio segreto è che vivo ancora ogni concerto come fosse il primo.

Subeme la radio non è forse arrivata con troppo anticipo sull’estate?

La mia musica non dev’essere la colonna sonora dell’estate! Subeme è nostalgia che nel ritornello diventa invito a godersi la vita.

Il video ha fatto impazzire i cubani.

Nonostante i miei migliori amici siano cubani, è stata la mia prima volta sull’Isola. Una folgorazio­ne: l’energia, il rum, lo sci d’acqua...

Come se la passa il pop latino nel mondo?

Benissimo. Un tempo c’eravamo soltanto io e Ricky Martin. Ora tutte le hit internazio­nali sono dominate dal pop latino.

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