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LA CARDIOPOST­A DI PULSATILLA

- a cura di Eleonora Molisani

Lui

se n’è andato e io mi sento morire. Mi alzo piangendo e vado a dormire piangendo. Nulla ha più senso. Non so cosa fare. Senza firma

Era una tiepida serata di aprile a Roma, e in cima alla Garbatella l’oste aveva già messo i tavoli fuori e serviva caraffe di vino fresco. Uno di quei momenti di incanto in cui non ci sono ancora le zanzare ma il cielo è già pieno di stelle. Era tutto bellissimo, credimi. Ma io stavo male. Stavo male come solo una persona che ha sbattuto contro il suo karma in piena faccia può stare male. Lui se n’era andato, e io credevo che sarei morta. Andrea, si chiamava, ma poteva essere chiunque. Giulio, Filippo, Archimede. Ora lo so. Perché quando stai così male da pensare che senza una persona non puoi sopravvive­re, non è mai la persona, sei sempre tu. Io questo ti posso dire, e te lo posso mettere per iscritto. Anzi, te l’ho appena messo per iscritto. Ritaglialo, e ogni tanto rileggilo. Un bacio dalle stelle.

Non

so da dove cominciare. Nell’ultimo anno i problemi del mio compagno sono aumentati, sia al lavoro che in famiglia, sono subentrati problemi di soldi, e lui è sempre più aggressivo, scontroso e depresso nei confronti del mondo e nei miei. Forse ha un esauriment­o nervoso. Non facciamo più l’amore, il figlio che abbiamo cercato per anni non arriva. Continuo ad amarlo tantissimo, comprendo il suo dolore e sto cercando di aiutarlo, ma ieri mattina è saltata una valvola e abbiamo litigato come mai nella vita. Non voglio continuare a consumarmi, sento che da sola non ce la faccio. Pensavo che ce l’avrei fatta per tutti e due, che l’avrei caricato addosso e portato piano piano a riva ma mi sento schiacciat­a, mi sento annegare, mi sento sola, mi sento calpestata. E come tante volte nella vita, capisco che sono io ad occuparmi degli altri facendo finta di non avere bisogno di niente. Mi sento così sola e disperata che non so neanche dove cominciare per uscirne. Ho tutte le responsabi­lità addosso. Carlotta

Ciao, calmati. Hai un terrazzino? Esci sul terrazzino, dove spero che tu abbia piantato dei gerani a tempo debito. Guarda il cielo, annaffia i gerani e respira profondame­nte. Se non hai un terrazzino, trovane uno. Oppure vai in un parco, o sulla riva del mare. Non hai tutte le responsabi­lità addosso, guardati intorno e renditi conto che siamo tutti insieme, e che c’è cooperazio­ne. Poi cerca di fare qualcosa che ti piace, che ti piace davvero. Non qualcosa che devi fare, o che pensi di dover fare, o che pensi che ti piaccia dover fare, o che pensi che debba piacerti pensare di dover fare, o che devi pensare di dover piacere di dover pensar… No. Fai una cosa che ti piace, semplice.A me piace

La strana coppia con Jack Lemmon eWalter Matthau. Bere lo spritz. Camminare nell’acqua. Ascoltare la musica. Guardare la campagna, possibilme­nte con un’armonica suonata in lontananza. Chiamare le amiche. Un po’ di shopping. Se ti piace leggere, leggi. Se ti piace cantare, canta. Se ti piace pregare, prega. Se ti piace scaccolart­i, scaccolati. Riprenditi te stessa, subito. E ora ascoltami: non puoi aiutare nessuno quando sei in queste condizioni. Non puoi aiutare nemmeno il tuo criceto nano, o il tuo furetto da passeggio. Figuriamoc­i un fidanzato scontroso, violento e divorato dall’egoismo. Funziona come sull’aereo in avaria: prima ti calzi sul naso la tua mascherina, poi puoi pensare di metterla a chi è seduto vicino a te. È la prima regola del Pronto Soccorso, se proprio hai deciso che vuoi fare la crocerossi­na. Ma magari, dopo esserti fatta una passeggiat­a al mare, avrai finalmente intuito che desideri altro, e che altro desidera te. Un bacio.

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Pulsatilla scrittrice e sceneggiat­rice

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