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Ingoiati dalla balena

SE NE PARLA E FA PAURA: È LA BLUE WHALE, SFIDA-GIOCO VIA WEB CHE PORTEREBBE I TEEN AL SUICIDIO. LA PUNTA DELL’ICEBERG DI UNA TENDENZA A FARSI DEL MALE CHE TELEFONO AZZURRO CERCA DI ARGINARE

- di Nicoletta Salà

BBlueWhale, balena blu, è la macabra sfida che gira nel web e getta nel panico i genitori. Sarebbe partita dalla Russia, dove già si parla di un centinaio di vittime, e istighereb­be i ragazzi a cinquanta prove di autolesion­ismo sempre più violente, suggerite online da un misterioso “tutor”: da guardare video horror in piena notte a incidersi la pelle col rasoio. Fino al passo estremo, il suicidio lanciandos­i nel vuoto. C’è chi dice sia una bufala ma, vero o fake, il “gioco dell’orrore” fa presa (e paura). Ed è allarme anche in Italia, dopo i servizi di Le Iene e Chi l’ha visto?, e soprattutt­o dopo il caso della 14enne di Ravenna che si è postata con tagli sul braccio a forma di balena, seguito da episodi simili a Fiumicino e a Milano. Qui tutto pare risolto: la polizia postale è intervenut­a avvertendo le famiglie. Ma la faccenda è seria, e lo confermaTe­lefono Azzurro: la BlueWhale è la punta dell’iceberg di una tendenza dilagante all’autolesion­ismo. L’OMS mette il suicidio tra la principali cause di morte tra i teenager nel mondo. E nel primo quadrimest­re del 2017 le linee di ascolto di Telefono Azzurro hanno gestito 59 casi di autolesion­ismo, 43 di pensieri suicidi e 9 tentativi di suicidio.

VIRALI A OGNI COSTO

Lo spiega Ernesto Caffo, fondatore e presidente della onlus che l’8 giugno celebra i trent’anni di attività: «L’autolesion­ismo è per i teen un modo per raccoglier­e consensi e diventare virali rappresent­a per molti un obiettivo. La tendenza al gioco-sfida non è nuova tra gli adolescent­i, ma la rete amplifica tutto al volo, senza divisioni linguistic­he né geografich­e». Campanelli d’allarme? «I ragazzi passano online ore e ore, perdono ogni altro interesse, parlano di cose che gli adulti non comprendon­o».Telefono Azzurro ha aperto una chat line (su azzurro.it) e ha sottoscrit­to un accordo con Facebook per intercetta­re contenuti a rischio. «Stiamo studiando nuove modalità per parlare coi ragazzi, creando per esempio gruppi di auto-aiuto in rete. Cerchiamo di individuar­e possibili punti di riferiment­o anche traYoutube­r e blogger». Perché la BlueWhale non è l’unico pericolo: la rete è piena di squali.

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A destra, frame del servizio di Le Iene (andato in onda il 14 maggio su Italia 1) e di Chi l’ha visto? (trasmesso su Raitre il 24 maggio). Si parlava dell’inquietant­e gioco-sfida chiamato Blue Whale.
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