Fermo immagine Anita Pallenberg
LONDRA, 18 DICEMBRE 1968
Sembriamo alieni io, Keith Richards e Mick Jagger, mentre ci facciamo largo tra la folla in aeroporto.Tre alieni stravaganti che se ne vanno in Brasile a cercare uno stregone che partecipi a un loro spettacolo. Li ho convinti io a lanciarsi in questa avventura, come è mio il merito di ogni loro follia, compreso questo look dandy che fa impazzire il mondo. Prima di incontrarmi, i Rolling Stones non erano che dei ragazzini vestiti di jeans e camicie a righe, ma per loro fortuna sono arrivata io, a trasformarli nel gruppo più famoso del pianeta. Forse è il mio destino quello di influenzare chiunque entri nella mia orbita, di accendere nei cuori della gente un fuoco che brucerà in eterno. Ragazzina acerba, capelli corti, abbigliamento beat, a sedici anni saltavo la scuola per andare a far l’amore con Mario Schifano (esponente della pop art, ndr), il mio primo ragazzo. Senza un soldo, da Roma (dove era nata, ndr) ce ne andammo a New York, e fu lì che conobbi Andy Warhol e gli scrittori della beat generation. Sapevo che il mondo stava cambiando e io di quel cambiamento volevo far parte, a tutti i costi.
SESSO, FESTE E FIUMI DI DROGA
Una volta andai a vedere un concerto dei Rolling Stones a Monaco: offrii loro dell’hashish e caddero tutti ai miei piedi. Con Brian Jones l’amore, o meglio i litigi e le botte, durarono due anni, e poi è arrivato Keith, a tirarmi fuori da un incubo. Il nostro amore? Frenetico, avventuroso, fatto di sesso, lacrime, feste e fiumi di droga. Lo confesso, è lei, la droga, il mio più grande amore, una compagna a cui un giorno dovrò dire addio, ma per adesso voglio succhiare la vita fino al midollo. «Non esiste al mondo donna più incasinata di te» mi dice sempre Keith, «ma senza il tuo aiuto saremmo perduti». Mike ha remixato interi pezzi ascoltando i miei consigli. «Ma tu chi sei davvero?» mi chiedono i giornalisti e io non posso che rispondere: «Sono Anita, il fiore del male nell’orbita degli Stones, la più cattiva tra le cattive ragazze».