Alvaro Soler
ALVARO SOLER IL RE DEI TORMENTONI ESTIVI CI FA BALLARE ANCHE QUEST’ANNO E CONQUISTA LA COLONNA SONORA DI CATTIVISSIMO ME 3. IL SUCCESSO GLI DÀ ALLA TESTA? MACCHÉ. LUI RESTA UN TIPO EASY. PENSATE CHE CONDIVIDE UNA CASA DI 50 MQ... testo di Rachele De Cata
Per fare l’artista non servono i tatuaggi
HHa una bella faccia pulita e due occhi profondi, e non se la tira per niente. Alvaro Soler è un ragazzo serio, che ama fare esattamente ciò che fa: archiviata con soddisfazione l’esperienza di X Factor 10 (hanno vinto i Soul System, da lui capitanati), si è rimesso subito al lavoro. Mentre procede alla grandissima il suo Summer Tour, Yo contigo, tú conmigo, la canzone che ha realizzato insieme ai sudamericani Morat, conquista la colonna sonora di Cattivissimo me 3 (nei cinema dal 24 agosto) e fa ballare l’Italia intera. Dopo El mismo sol nel 2015 e Sofia nel 2016, ecco un altro tormentone firmato dal cantautore 26enne: il refrain “gon gon goro gon gon” è irresistibile. Eppure il successo non lo scompone più di tanto. Merito del metodo acquisito mentre studiava design industriale («il mio sogno era fare pratica da Giugiaro o Pininfarina»), del Dna - nato da padre tedesco e madre metà spagnola e metà belga, è cresciuto tra Tokyo, Barcellona e Berlino - e di tanta determinazione. «Dopo la laurea potevo lavorare tutto il giorno per 300 euro al mese, oppure arrangiarmi con piccoli impieghi, fare l’autista o il grafico freelance, ma tenermi del tempo da dedicare alla musica». Per fortuna, ha scelto la seconda strada. Il video di Yo contigo, tú conmigo vanta già 13milioni di visualizzazioni su YouTube ed è tra i primi 10 singoli in classifica su iTunes: un bel risultato. «Come tutti, sto imparando dalle esperienze che via via faccio. E se c’è una crescita artistica vuol proprio dire che qualcosa sta funzionando». Nel video sembra meno timido del solito... «Penso che un ruolo fondamentale l’abbia giocato la stanchezza! Sono andato a registrare la clip in Messico perché i Morat non potevano interrompere il tour. Sono rimasto lì solo due notti, avevo un jet lag pazzesco e ho bevuto tanta Red Bull».
Ha muoversi, funzionato:e anche la bene. vediamo «Mi sono piacetanto bravo. ballare Ho ma ritmo,non ma sono troppo alto e ho le braccia troppo lunghe». Com’è stato scrivere per un cartoon? «Sono un fan dei Minions e questo è un bel film musicale. C’è un grande sound, si sente Michael Jackson. Insomma, una bomba». E con i Morat come si è trovato? «Già da un paio d’anni pensavamo di fare qualcosa insieme e questa è stata l’occasione perfetta. Sono bravi, non sono costruiti, piaceranno anche in Italia». Tanto successo eppure all’attivo c’è un unico disco, Eterno agosto, uscito nel 2015. Non è tempo di bissare? «Sì, l’anno prossimo arriverà il secondo album. Lo sto scrivendo adesso, ma andrò in sala d’incisione solo dopo il tour». A proposito, tre mesi fa ha chiuso il tour invernale e a metà luglio è ripartito con le nuove date. Ripropone lo stesso spettacolo? «Ci sono nuove canzoni, pensate per chi ha già visto il live invernale ma anche per me e la mia band: ci annoiamo a fare sempre gli stessi pezzi. Questa volta ne abbiamo riarrangiati alcuni in versione più acustica». Lei è molto amato nel nostro Paese. È destino: ai tempi dell’università stava per venire a Milano con il progetto Erasmus. «Sì, ma era una città troppo cara per me. In quel momento la cosa non era sostenibile, la mia famiglia ha sofferto, come molte, la crisi economica». Come ricorda quel periodo? «Le difficoltà hanno responsabilizzato tanti ragazzi. In famiglia non è sempre tutto a carico dei genitori, si deve lavorare come in un team. A casa mia, quando c’è stato bisogno, ognuno ha cercato di fare la sua parte». Ora le cose per lei vanno decisamente meglio, però a Berlino continua a condividere un bilocale di 50 metri... «Per comodità: ci vive una mia amica, dividiamo le spese e a me va bene così. Passo poco tempo a Berlino, non ho bisogno di più spazio e questa soluzione è meno costosa che non alloggiare in un hotel. In più posso lasciare le mie cose nell’armadio». Non è che si sente ancora uno studente? «In effetti non ho voglia di crescere troppo in fretta. Quando ero a Milano per X
Factor vivevo in un bell’appartamento ma il lusso stona con la mia età. Certo, ora potrei permettermi un attico con vista». Come quello di Fedez? «Io non l’ho detto!». È mai stato a casa sua? «È fighissima, un museo di pop art». Si dice che siete amici. «Vero, ci siamo visti recentemente anche a Los Angeles». Eppure la sua vita dorata non l’attrae... «No, io mi perderei. E poi voglio dimostrare che per essere un artista non devi per forza avere i tatuaggi. Puoi restare la persona normale di prima». Le spiace aver detto no a X Factor 11? «Volevo farlo, ma ho dovuto rinunciare: non era compatibile con i miei impegni e allora ho scelto la musica». Cosa le resta dell’esperienza televisiva? «Tanti amici nuovi. E la routine: dopo due anni di “locura” (follia, ndr) X Factor aveva dato un ordine alla mia settimana: ogni giovedì i live, il mercoledì le prove…». Lei avrebbe mai fatto un talent? «L’ho fatto: l’edizione spagnola di Tú sì
que vales. Avevo una band e volevamo farci conoscere. Siamo arrivati in finale, ma non abbiamo vinto». Ha già collaborato con Jennifer Lopez (nel remix di El mismo sol) e con Emma (in Libre). Ora con chi vorrebbe lavorare? «Ryan Tedder degli OneRepublic e il produttore Max Martin. Da loro potrei imparare molto. Mi piacerebbe scrivere con qualcuno e non solo per qualcuno». Ma non è geloso dei suoi testi? «No, anche perché non tutti i generi musicali vanno bene per me. Quello che mi piace davvero è vedere il processo creativo dei grandi autori». Altro che disegnare auto .... «Ma la passione per le macchine mi è rimasta! Amo le auto d’epoca e i go kart. Con Max Gazzè siamo andati a correre insieme. Mi ha promesso che lo rifaremo presto. Io lo aspetto».T
Vivere nel lusso non mi attrae: stona con la mia età. E poi io avrei paura di perdermi