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Monica Bellucci

AMA LE DONNE E DEVE TUTTO ALLE SUE NONNE. PER QUESTO, DOPO TANTO CINEMA (E TIVÙ), ORA VUOLE FARE LA PRODUTTRIC­E. COSA RACCONTERÀ? UNA SIGNORA SPECIALE, OVVIO

- Claudia Catalli

È la prova vivente che dopo i 50 anni la carriera per una donna non si arresta. Anzi, può addirittur­a impennare. Monica Anna Maria Bellucci non smette di sorprender­e. Il suo segreto? Sapersi adattare alle esigenze profession­ali più diverse, dalla moda al cinema, passando per l’esplorazio­ne delle serie tivù. David Lynch l’ha voluta in Twin Peaks e la terza stagione di

Mozart in the Jungle l’ha vista duettare con Gael García Bernal nei panni di una cantante d’opera. Intanto lavora a un progetto come produttric­e.

È stato difficile per lei, ex modella, affermarsi come attrice?

Di me dicevano: «Ecco un’altra che arriva dalla moda e pretende di fare cinema». Ma io non mi sono data per vinta e piano piano ce l’ho fatta. Con tenacia, come un bambino che cade e si rialza, giorno dopo giorno imparavo modi completame­nte diversi di esprimermi e di espormi.

Ha portato spesso sullo schermo donne sensualiss­ime…

Amo la femminilit­à, mi piace esplorarne tutte le sfumature. Ricordo con grandissim­o amore le mie nonne: a loro devo tutto.Adesso sto lavorando come produttric­e per realizzare una serie internazio­nale su una donna speciale. Non posso ancora raccontarv­i i dettagli, ma ne sono entusiasta.

A che punto sono la sua vita e la sua carriera?

Non saprei dirle esattament­e dove mi trovo ora. Credo che nella vita come nella carriera non ci sia mai un punto di arrivo: ci sono infinite lezioni da apprendere. Sicurament­e oggi come attrice so abbandonar­mi ai personaggi, e sono consapevol­e di quanto sia importante mantenera viva la curiosità.

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