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SONO PIÙ VECCHIO DI GIANNI MORANDI

FABIO ROVAZZI NON AMA DEFINIRSI UN CANTANTE (MA VA AVANTI A DISCHI DI PLATINO E DUETTA CON RAPPER E MELODICI) E SUL PALCO SI BARRICA DIETRO GLI EFFETTI SPECIALI. PERÒ... CI FA VOLARE. E UDITE, UDITE, LO VEDREMO AL CINEMA

- testo di Rachele De Cata - foto di Francesco Margutti

CCi eravamo appena ripresi dal “trattore in tangenzial­e” (tormentone di Andiamo a

comandare, hit dell’estate 2016), che Fabio Rovazzi ci ha preso gusto. E ha sfornato in sequenza Tutto molto interessan­te e poi la nuova hit Volare, in cui duetta con Gianni Morandi.Tre singoli da nove dischi di platino, e il tutto senza mai pubblicare un album («Ma ci sto lavorando»). Ora però il fenomeno nato suYouTube punta ancora più in alto: nel 2018 il cantante debutta al cinema, con un film prodotto dalla Disney e diretto da Gennaro Nunziante (regista dei successi di Checco Zalone).Top secret la trama, ma il titolo sarà Il Vegetale. Della pellicola il 23enne racconta: «Non è una vera prova d’attore, non mi è richiesta una dizione perfetta, il personaggi­o che interpreto è stato pensato apposta per me». Le riprese, iniziate in piena estate, gli sono però costate le vacanze: «Non posso abbronzarm­i, quindi quest’anno niente ferie, né per me né per la mia fidanzata (la modella Karina Bezhenar, 20 anni, che frequenta dalla fine del 2016, ndr)».

Poteva andare lei da sola, oppure è geloso?

«Non sono geloso: lei senza di me non si muove. Piuttosto, mi segue dappertutt­o».

Come ha intercetta­to Gianni Morandi?

«Su Facebook lui aveva scritto di apprezzare Andiamo a comandare. Allora ho recuperato il suo numero e l’ho chiamato. Non gli ho proposto nulla perché al momento non avevo idee. Ma lui ha detto di sì a prescinder­e e io gli ho cucito addosso Volare».

Vi siete trovati subito bene…

«Sì, mi aspettavo un cantante navigato invece sul lavoro Gianni è più giovane di me».

Le sue canzoni hanno successo, e i video sbancano sul web. Cos’è più importante?

«Lavoro con un procedimen­to inverso rispetto agli autori tradiziona­li: prima scrivo il video e poi la canzone».

Nel senso che fa proprio lo storytelli­ng?

«Certo, non si vive di sola radio. La gente vuole ascoltare la musica ma vuole anche vedere qualcosa che sia coerente».

Quando va all’estero come si presenta?

«Come videomaker, il lavoro che facevo prima. Se c’è un mestiere che mi rappresent­a è quello. Anche perché se dico “singer” e poi vanno a cercare suYouTube, scoprono che ho fatto solo tre canzoni...».

Ha studiato per essere videomaker?

«No. La fortuna è che grazie a Internet ognuno può essere autodidatt­a».

A luglio ha lanciato in rete #Volare challenge.

«Era una specie di gara: i fan si iscrivevan­o e

dovevano rispondere a domande sul video di Volare. I due più veloci vincevano».

Le domande erano facili?

«Macché. Lei si ricorda la targa della macchina di Morandi? Io no, ma per fortuna ogni 24 ore si poteva riprovare. I vincitori parteciper­anno al mio prossimo video».

Si definirebb­e un appassiona­to di moda?

«Mi piacciono le griffe. In questo momento sono pazzo delle Yeezy Boost Off White (mostra le sneakers che indossa, ndr). Ma non sono ai livelli di Fedez con Supreme: pensi che mi ha spedito a NewYork da una collezioni­sta cinese per comprare una cosa qualunque che lui non avesse. Ma tutto superava il limite della mia carta di credito!».

A proposito, che rapporto ha con i soldi?

«Sereno: se il budget per un video è 20 ma per farlo bene ne servono 50, la differenza la metto io. È il mio modus operandi».

Però, nonostante l’impegno, spesso le rimprovera­no di non essere un vero musicista.

«In realtà ho studiato pianoforte per sette anni, ho smesso solo per l’ansia del saggio. Ma mia mamma è una pianista, anche se non per lavoro. E mio papà mi faceva ascoltare i Led Zeppelin e Frank Zappa».

Ora le è passata l’ansia da esibizione?

«Dipende. Se il palcosceni­co è figo e ci sono un sacco di effetti speciali so che tutto andrà bene perché a un certo punto arrivano i coriandoli. Nelle piccole piazze invece sono tesissimo, perché tutta l’attenzione è concentrat­a solo su di me».

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 ??  ?? Fabio Rovazzi (23 anni, milanese, il vero cognome è Piccolrova­zzi) in un frame del video di Volare. In questo periodo è sul set del film Il Vegetale per la regia di Gennaro Nunziante (uscirà il 18 gennaio 2018).
Fabio Rovazzi (23 anni, milanese, il vero cognome è Piccolrova­zzi) in un frame del video di Volare. In questo periodo è sul set del film Il Vegetale per la regia di Gennaro Nunziante (uscirà il 18 gennaio 2018).

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