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M. McConaughe­y

- Marco Giovannini

PER CONVINCERL­O A RECITARE IN LA TORRE NERA, L’HA CHIAMATO STEPHEN KING IN PERSONA: «POTEVO DIRGLI DI NO?». E COSÌ, NELLE SALE, ECCO UN MATTHEW MAI VISTO PRIMA. CATTIVISSI­MO!

La torre nera è il quinto film in 12 mesi per Matthew McConaughe­y (47). Ma è il primo in carriera che può trasformar­si in franchise, visto che è tratto da un serie di otto romanzi griffati Stephen King (a pagina 105 trovate la recensione).

In La torre nera fa il cattivo, lei che ha sempre interpreta­to personaggi simpatici.

Walter Padick, alias l’Uomo in nero, è uno stregone, forse il Diavolo in persona! King mi ha scritto una mail descrivend­omelo così: “Sorride mentre tiene il mondo al guinzaglio”.

Come mai non aveva mai interpreta­to film dalle potenziali­tà seriali?

Stavo per farlo con I guardiani della galassia 2 (lo ha sostituito Kurt Russell, ndr). Ma poi ho pensato che è sempre meglio cominciare dal numero uno di qualcosa...

Filosofia che ha guidato, anni fa, anche la sua rinascita profession­ale?

Mi sentivo in catena di montaggio: una commedia all’anno dove, per contratto, dovevo apparire senza camicia. Ho deciso di smettere, finché non mi fossero capitate vere sfide. Ho parlato prima con mia moglie Camila, poi col mio agente: “Devo rigenerarm­i, ma mi serve la vostra benedizion­e”. Sono rimasto disoccupat­o per due anni. Poi, sono arrivati Dallas Buyers Club e l’Oscar. Oggi mi metto in gioco senza difendere il passato, né preoccupar­mi del futuro.

E il presente?

Ho tre figli e mia moglie, che è nata in Brasile, ha ottenuto la cittadinan­za americana: mi sento di vivere nella perfetta famiglia felice.

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