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LA CARDIOPOST­A DI PULSATILLA

- a cura di Eleonora Molisani

Seianni fa un ragazzo comincia a corteggiar­mi, dopo sei mesi mi regala un anello dicendo che sono la donna della sua vita, dopo due anni arriva un figlio e andiamo a convivere. Dopo tre anni mi dice che in un momento di debolezza ha baciato una collega. Chiedo spiegazion­i e lui promette che non lo farà mai più, perché tiene troppo alla famiglia, ma dopo un mese mi manda un messaggio nel quale dice: «Non torno più a casa, vado a convivere con un’altra persona». Da quel giorno sono passati 30 giorni. Vede raramente suo figlio e sostiene che la sua nuova compagna sia ciò che ha sempre voluto al suo fianco. Mi sento come se io e nostro figlio fossimo una scarpa nella quale ha camminato un po’ per poi capire che non eravamo il paio giusto. Delusa Io ho fatto una cosa molto simile, anni fa. Per non dire uguale. Ero sposata da pochi anni e avevo una bambina piccola. In meno di un mese mi ero innamorata di un altro. Avevo tentato di troncare questo innamorame­nto perché “la famiglia…”, eccetera eccetera, e ovviamente non ci ero riuscita, perché quando vuoi stroncare una parte di te invece di accoglierl­a, di norma quella parte torna fuori con il dito medio alzato. In due giorni presi la decisione di andare via con quest’uomo. Mi chiusi alle spalle la porta di quella casa (dito medio alzato) dove mio marito e mia figlia mi videro andare via. Mi ci sono voluti anni prima di capire che vita volessi vivere, come donna e come madre. Per quanto abbia gravemente ferito delle persone, questo è stato il meglio che sono riuscita a fare all’epoca. Ho deciso di perdonarmi. E proprio perché ho deciso di perdonarmi ho fatto grandi passi avanti. Io credo che il tuo compagno abbia desensibil­izzato il dente prima di toglierlo, per sentire meno dolore, e che le sue parole vengano da una bocca desensibil­izzata. Non dare molto credito a quello che dice. E non considerar­e quello che fa come se fosse definitivo, perché anche lui è su un percorso. Concentrat­i su quello che vuoi fare tu, che ti dà gioia, pensa solo a quello. E al tuo bimbo. Il resto andrà a posto da sé, basta avere un po’ di fiducia nei processi di crescita. E visto che parliamo di denti, su col molare. Dieci

anni fa un ragazzo riuscì a conquistar­mi e a rendermi felice fino a quando non scoprii che aveva il vizio del gioco e tutto quello che riusciva a guadagnare lo sperperava alle macchinett­e. Lo lasciai, ma dopo qualche anno ricomparve, dicendo di essere cambiato. Gli diedi una possibilit­à e ci riprovammo. In 10 anni ci siamo presi e lasciati migliaia di volte, perché lui continua a essere immaturo e bugiardo. Il fatto che io non riuscissi a credere più alle sue parole mi portava a reagire in maniera aggressiva e nervosa e a rispondere ai suoi insulti con altri insulti. Ogni volta che decidevo di chiudere, secondo lui era perché avevo un altro. Quando ho chiuso davvero mi ha aggredito fisicament­e, offendendo­mi. Ora sono venuta a sapere che non lavora (a 40 anni), beve, gioca, e minaccia di uccidersi se non torno con lui. Senza firma Ci sono persone che sono una partita persa in partenza. Fagocitano tutto, senza restituire nulla in cambio.Ti prendono il tempo, l’energia, i soldi, la vita, l’ottimismo, la fiducia nel cambiament­o.Ti danno per un attimo l’illusione di essere cambiati, ti succhiano un altro po’ di energia e un altro po’ di tempo, poi si rivelano nuovamente per quello che sono sempre stati, cioè una partita persa. Sai che cosa mi ricordano queste persone? Proprio quelle macchinett­e di cui parli.

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