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LA CARDIOPOST­A DI PULSATILLA

- a cura di Eleonora Molisani

Basta

con le allusioni che in fondo le donne se la cercano! Silvia A volte si ascolta senza ascoltare veramente, proiettand­o le proprie insicurezz­e sull’altro, come se fosse una specie di muro bianco su cui vomitare una presentazi­one in Power Point. Spero che a furia di proiettars­i, certa gente si inizi a vedere. Parlando di Brizzi non ho mai sottinteso che “le donne se la vanno a cercare”, ma mi auguro se non altro di esserti stata di qualche utilità, in veste di muro.

Ci

conosciamo in un bar mentre lui è nella mia città per lavoro: si crea feeling e finiamo subito a letto. Non mi era mai successo prima ma per una volta decido di vivermi il momento, con la piena sicurezza che non l’avrei più rivisto. Lui riparte e continua a farsi sentire, per cinque mesi scambiamo sms, poi prende una settimana di ferie e viene a trovarmi. Una luna di miele! Mi confessa che le uniche due soluzioni per stare insieme sarebbero un trasferime­nto mio con immediata convivenza (e sarebbe prematuro) o una storia a distanza (ma che non condivide), quindi proseguire­mo con le nostre vite, dice. Invece il rapporto si intensific­a, mi presenta il suo migliore amico su Skype, mi chiede che impression­e hanno avuto le mie amiche di lui, quando esco mi raccomanda di “fare la brava”. Qualche giorno fa mi trovo per lavoro nella sua città (ci dividono 1.300 km) e insiste per ospitarmi. Ma so che da un giorno all’altro potrebbe conoscere una persona più vicina a lui e che tutto questo finirà. E. Come degli aiutanti invisibili, gli eventi (che in fondo state orchestran­do voi stessi) vogliono condurvi per mano oltre ciò che la vostra razionalit­à conosce, ma la razionalit­à punta i piedi. Scusami, ho dovuto tagliare la lettera, tuttavia il succo è chiaro: l’ostacolo più eclatante di questa relazione sembra la distanza, ma secondo me ce n’è uno molto più peloso, che è l’eccesso di razionalit­à. La distanza è solo il terreno batterico ideale dove la razionalit­à può proliferar­e.Vi siete sovraccari­cati di dati e state cercando di gestirli al meglio, elaborando­li al ribasso, per scantonare eventuali fregature. Ma intanto il cuore galoppa, macina chilometri e scavalca gli ostacoli. Seguire la razionalit­à o il cuore, per me, è un po’ come decidere se tifare Inter o Viterbese. Avete fatto l’amore perché sentivi di farlo, ma la razionalit­à ha detto: «Sarà solo una botta e via». Invece no.Vi siete rivisti ed è stata una luna di miele, ma stare insieme è impraticab­ile, ha detto lui. Invece no. Il lavoro ti ha portato, guarda caso, nella sua città, dove pensavi che lui avesse di meglio da fare. Invece no. Quante sconfitte deve subìre la Viterbese prima che ve ne facciate una ragione? Cercare di decifrare la vita con la razionalit­à, collegando dati come un software, è stancante. E inutile. La bussola è il cuore, l’ago magnetico che indica la direzione; la mente è un navigatore che serve a guidarci al meglio in quella direzione lì. I due nascono per collaborar­e. Ma per creare collaboraz­ione, devi dare al cuore un po’ di fiducia. Il tuo cuore intuisce e realizza cose più vaste della razionalit­à. Se metti la razionalit­à al comando, lei poverina produrrà regolette tipo: “Le storie a distanza non durano”. Il consiglio è rimettere il cuore alla guida. Centrata nell’ascolto del cuore, puoi metterti come in quelle automobili basse dove tieni il piede sul pedale e senti il contatto con la strada, in modo da capire quando sterzare o prendere la curva, perché la strada non la sai ma la senti. Che è più sicuro e molto più divertente che saperla. T

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Pulsatilla scrittrice e sceneggiat­rice

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