Mila Kunis Una primatista di sensi di colpa
MILA KUNIS DI NATURA È PERFEZIONISTA, MA CON LA MATERNITÀ HA DOVUTO CAMBIARE. MENTRE TORNA AL CINEMA CON BAD MOMS 2, RACCONTA COME HA IMPARATO, GRAZIE AL MARITO ASHTON KUTCHER A SUPERARE CERTE PAURE
S«Sono sicura che finché vivo non dimenticherò mai il personaggio di Amy Mitchell, la “mamma molto cattiva”. Perché è legatissimo alla mia famiglia: nel primo film ero incinta di mia figlia Wyatt, nel secondo mio figlio Dimitri aveva appena 4 mesi e lo allattavo sul set» dice Milena Markovna Kunis, detta Mila, vocione sorprendente anche se è alta appena 1,60 e qualcuno la chiama Hobbit. Parla e ride molto, alterna intime confessioni a battute ironiche. Si è dovuta abituare presto a fama e paparazzi: è stata fidanzata per nove anni con Macaulay Culkin, l’ex bambino prodigio di Mamma ho
perso l’aereo. Più avanti, come in una favola moderna, si è sposata col primo uomo che aveva baciato sul set: lui è Ashton Kutcher, il “luogo del delitto” la sitcom That ’70s Show. Lei per essere assunta aveva detto di avere 18 anni e non 14, lui aveva cinque anni e 29 centimetri di più. Sono diventati grandi amici e non si sono mai persi di vista, neanche quando lui ha sposato Demi Moore. Durante l’intervista, Mila chiede il permesso di fare colazione perché, testuale, ha “una fame da lupo”: uova col bacon e patate. E subito parte il primo ricordo. «Il primo choc culturale quando a 7 anni noi Kunis siamo emigrati in America dall’Ucraina, grazie a una lotteria, è stato il cibo: uova strapazzate e cereali col latte freddo. Hamburger e Coca-Cola li ho scoperti dopo». C’è qualcosa di autobiografico anche in Bad Moms 2 - Mamme molto più cattive, sequel di Mamme molto cattive? «Sono una mamma solo nel secondo film, perché nel primo ero in attesa… Ma tutti abbiamo avuto una mamma, no? E a proposito, mi viene
in mente quella vecchia battuta che ancora mi fa ridere:“Se di mamma ce n’è una sola… perché doveva capitare proprio a me?” (ride a lungo, ndr). È stata un’autobiografia collettiva e ha trasformato i due film in una seduta psicanalitica di gruppo: non solo le altre due protagoniste, Kristen Bell e Kathryn Hahn, ma tutte le donne del set hanno raccontato aneddoti». Come spiega il successo del primo film (20 milioni di dollari di incasso) che ha incoraggiato l’idea di un sequel? «Il film ha fatto nascere il movimento di liberazione delle mamme, fino a quel momento considerate la cinecategoria meno sexy. Per la prima volta è stato rivendicato il diritto di essere imperfette. Una rivoluzione». Quanto ci si riconosce? «Totalmente. È stato Ashton a farmi smettere di cercare di essere perfettina. Ha fugato tutte le mie preoccupazioni prima, durante e dopo.Ancora oggi se vede che sono nervosa mi invita a uscire con le amiche, e fa lui il mammo. Stoppa sul nascere ogni mio timore di inadeguatezza, ogni senso di colpa. E io sono sempre stata una primatista di sensi di colpa». Come mai? «Ho dei genitori meravigliosi che si sono sacrificati sempre per me e per il mio gemello Michael. Non potrò mai uguagliarli. Hanno trasferito una famiglia di sette persone in America, con appena 250 dollari in tasca, e anche se in Ucraina facevano gli insegnanti qui si sono adattatati a ogni tipo di lavoro: imbianchino e tassista, cassiera. Mi vergogno di ammetterlo, ma io sono l’unica non laureata di tutta la famiglia. Mark è biochimico». Cosa insegna ai suoi figli? «Amore, rispetto, empatia. E, quando sarà il momento, indipendenza. Vorrei che imparassero a fidarsi del loro istinto. Che inseguissero i loro sogni. Che prendessero la laurea…». Cosa rende un matrimonio felice? «Io e Ashton ci conosciamo da così tanto tempo che non c’è niente che non sappiamo uno dell’altro. E deve continuare così. Prendiamo insieme ogni decisione e non lavoriamo mai contemporaneamente. Ho appena finito di girare un film a Budapest,
The SpyWho Dumped Me, ed è stata una buona occasione per offrire una vacanza a tutta la famiglia». I suoi figli hanno visto qualche suo film? «No, non li guardo nemmeno io una volta finiti. Non sopporto nemmeno di specchiarmi. Non credo cheWyatt sappia qual è il mio lavoro, crede che sia “farmi truccare e pettinare”, quello che vede quando viene sul set». In Mamme molto più cattive, appaiono anche le madri dei vostri personaggi. Com’è stato? «Incredibile.Con la loro simpatia, umanità e bravura, Susan Sarandon, Christine Baranski e Cheryl Hines hanno spazzato via un’altra delle paure che mi era stata inculcata da Hollywood, cioè che dopo i quarant’anni un’attrice sia finita. Mi ricordo il bel documentario di Rosanna Arquette, Searching for DebraWinger, che mi aveva fatto preoccupare: che cosa ne sarebbe stato di me?». E ora cosa pensa? «È più tosto fare la mamma che l’attrice. Imparare a organizzare una famiglia mi ha convinto che potrei fare felicemente la produttrice».
Non guardo i film dove recito e non li faccio vedere ai miei bambini. Mia figlia crede che il mio lavoro sia farmi truccare e pettinare