Vespa e la solitudine dei numeri primi
IL NUOVO LIBRO DI BRUNO VESPA RACCONTA 28 LEADER DEL MONDO (AMORI ED ERRORI INCLUSI), CHE HANNO FATTO LA STORIA DELL’ULTIMO SECOLO. CI SONO ANCHE BERLUSCONI E RENZI. DI CUI IL GIORNALISTA DICE CHE...
CChe si tratti di John Kennedy o di Trump, di Stalin o di Putin, di Hitler o di Grillo, i leader scelgono, decidono, sbagliano, sempre da soli. È un destino. Nel suo ultimo libro Soli al comando (MondadoriRai Eri, pagg. 520, € 20) BrunoVespa passa ai raggi X le biografie di 28 capi italiani e stranieri del presente e del passato. Analizza la sorprendente longevità politica di Silvio Berlusconi e la volontà di riscossa di Matteo Renzi, a un anno dalle dimissioni. «Berlusconi è sempre stato solo» racconta il giornalista, «pur essendo circondato da moltissime persone. Ha avuto una visione, ha sbagliato in certi comportamenti e ha anche pagato. Forse avrebbe dovuto accettare qualche suggerimento. Ma chi gli ha voltato le spalle adesso sta tornando». E Renzi? «Deve la solitudine al suo carattere. Gliel’ho detto: tu sei un arrogante. Mi ha dato ragione. Come gli ho detto di stare attento a non cadere o gli sarebbero rimasti accanto giusto un paio di amici. Quando poi è successo, mi ha fatto vedere i ventimila messaggi di sostegno ricevuti via email: non l’avevano abbandonato tutti. La verità è che chi vince, alla fine, ha sempre più fascino». Ma funziona ancora questa solitudine del capo nell’era della condivisione e del lavoro di gruppo? Vespa sorride: «Il successo è della squadra. Io non potrei fare da solo una buona trasmissione. E non si può fare da soli un buon governo. Però ai consiglieri spesso non si dà ascolto. Quanti leader sono caduti per delirio di onnipotenza!».