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Domhnall Gleeson Nessuno è nato per essere famoso. Figuriamoc­i io

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GGli viene benissimo il cattivo di Guerre stellari, ma è perfetto anche nei panni del dolce “papà” diWinnie the Pooh: l’irlandese Domhnall Gleeson è tra gli indiscussi protagonis­ti di questo Natale. Super riservato, zazzera rossa e sguardo tenero, ha in curriculum pellicole importanti, tra cui The Revenant Redivivo (Oscar a Leonardo DiCaprio), Ex Machina con Alicia Vikander, Madre! con Jennifer Lawrence e Barry Seal - Una storia americana, accanto a Tom Cruise. Attore per tradizione familiare (suo padre è Brendan Gleeson, l’Astor Malocchio Moody di

Harry Potter), quando parla di StarWars:Gli ultimi Jedi (ora nei cinema) gli brillano gli occhi: è strafelice di essere rientrato nei panni del perfido generale Hux (l’aveva già interpreta­to due anni fa in Star

Wars:Il risveglio della Forza). «Anche stavolta mi sono divertito un sacco» dice, «e credo che la lotta tra il mio personaggi­o e Kylo Ren (Adam Driver, ndr), entrambi assetati di potere, catturerà l’attenzione dei fan». Ma, ci scommettia­mo, piacerà moltissimo anche il film sulla nascita di Winnie the Pooh: in Vi

presento Christophe­r Robin (nelle sale il 3 gennaio), Gleeson è A. A. Milne, lo scrittore che, prendendo spunto dall’orsacchiot­to di pezza che sua moglie Daphne (Margot Robbie) aveva regalato al figlio Christophe­r Robin, inventò le famose avventure di Pooh e i suoi amici. Cominciamo da Star Wars: si dice che quando le proposero il ruolo di Hux, stava per rifiutare... «In realtà avevo solo chiesto un po’ di tempo per pensarci.Temevo che la mia vita ne sarebbe stata stravolta. La notorietà non è il mio obiettivo

principale». Nessun dubbio, invece, nel calarsi nel ruolo del creatore di Winnie the Pooh? «No: mi piace fare film che parlano di sentimenti veri. Come la paura di essere abbandonat­i, la solitudine, ma anche l’amore e la gioia di avere qualcuno al proprio fianco. In questo film, poi, ambientato dopo la prima guerra mondiale, si parla anche delle conseguenz­e devastanti dei conflitti. A. A. Milne ne fu un testimone diretto: solo l’affetto della moglie e le storie che inventò per suo figlio riuscirono a salvarlo». Nel film si racconta di come Christophe­r Robin abbia vissuto con fatica il successo. Lei come si trova nei panni della star? «A disagio, ma l’esempio di mio padre mi ha aiutato molto nel gestire la notorietà. Quella della star è una condizione strana: l’essere umano non è nato per vivere sotto la luce dei riflettori. E chi lo nega, mente o ha un estremo bisogno di sentirsi adulato. Io, se posso, preferisco evitare di mettermi in mostra». È per questo che vive a Dublino? «Per questo, e perché è una città bellissima e ci vivono le persone che amo». L’America non l’attrae? «Per lavoro, intende? Ormai, dato che i provini si tengono sempre più spesso via Skype, non serve più trasferirs­i». È vero che è diventato attore per caso? «In un certo senso sì. Quando avevo 16 anni, mio padre vinse l’Irish Film Award come migliore attore e mi mandò a ritirare il premio. Nei pochi minuti concessi, decisi di prenderlo in giro riassumend­o in 30 secondi un discorso di ringraziam­ento lungo qualche pagina. Un agente trovò la cosa spiritosa e si offrì di rappresent­armi». Rimpianti? «Assolutame­nte nessuno».

In effetti, lei sembra non sbagliare un colpo. Qual è il suo segreto? «La voglia di lasciare il segno per non essere dimenticat­o. Fin da bambino sono stato convinto che sarei morto giovane, intorno ai 30 anni. E questo mi ha portato a essere “vorace”, a voler lavorare il più possibile, non importa se mi offrivano un blockbuste­r o un piccolo film indipenden­te». Cos’è disposto a fare per il cinema? «Dipende. Per The Revenant - Redivivo, mi sono spinto fino al limite della mia resistenza, fisica e psicologic­a. È stata un’esperienza unica che, dato il risultato finale, sono felice di aver vissuto, ma credo non mi capiterà più». In Star Wars le pause sul set saranno state lunghissim­e. Come le riempiva? «Ripassando la parte o giocando a backgammon, a scacchi o a carte». Nessuna attività all’aria aperta? «Sono un tipo da città: alle camminate nei boschi, preferisco le passeggiat­e verso i caffè! Detto questo, la campagna mi è sempre piaciuta, forse perché da bambino, alcune delle vacanze più belle le ho passato nella contea di Wicklow, non lontana da Dublino». Quando deve stare lontano da casa per girare un film, cosa le manca di più? «La mia famiglia, gli amici. In particolar­e mi mancano le chiacchier­ate e le serate al pub. Ma se sono via significa che sto lavorando, che sto facendo qualcosa che mi piace, e quindi cerco di sfruttare al massimo l’occasione. Stringendo nuove amicizie e visitando posti che altrimenti non avrei mai visto».

Ho sempre pensato che sarei morto giovane. È per questo che ho lavorato tanto, per lasciare un segno

 ??  ?? Domhnall Gleeson (34 anni) a Londra, alla première di Vi presento Christophe­r Robin (nelle sale dal 3 gennaio). L’attore in questi giorni è nei cinema in Star Wars: Gli ultimi Jedi.
Domhnall Gleeson (34 anni) a Londra, alla première di Vi presento Christophe­r Robin (nelle sale dal 3 gennaio). L’attore in questi giorni è nei cinema in Star Wars: Gli ultimi Jedi.
 ??  ?? A sinistra, Domhnall Gleeson col piccolo Will Tilston in Vi presento Christophe­r Robin. Accanto, coi capelli scuri, insieme a Will Forte (47) in Futile & Stupid Gesture: il film, che verrà presentato a gennaio al Sundance Film Festival, è la storia...
A sinistra, Domhnall Gleeson col piccolo Will Tilston in Vi presento Christophe­r Robin. Accanto, coi capelli scuri, insieme a Will Forte (47) in Futile & Stupid Gesture: il film, che verrà presentato a gennaio al Sundance Film Festival, è la storia...
 ??  ?? L’attore Domhnall Gleeson con la fidanzata storica, la produttric­e cinematogr­afica 35enne Juliette Bonass, nata a Dublino come lui.
L’attore Domhnall Gleeson con la fidanzata storica, la produttric­e cinematogr­afica 35enne Juliette Bonass, nata a Dublino come lui.
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