Penélope Cruz Donatella mi ha mandato i fiori
PENÉLOPE CRUZ BIONDA E SENSUALE COME LA VERSACE (CON CUI HA «RAPPORTI AMICHEVOLI») NELLA SERIE TIVÙ IN ARRIVO SU FOX CRIME. MORA E MISTERIOSA IN ASSASSINIO SULL’ORIENT EXPRESS, APPENA VISTO AL CINEMA. E POI, A CASA! PERCHÉ QUELLO A CUI TIENE DI PIÙ È STAR
SSi presenta avvolta in un abito rosso fuoco, sensuale più che mai. Penélope Cruz ha 43 anni, di cui 25 di carriera (con oltre 60 film in curriculum), ma non ha perso un grammo della bellezza che l’ha incoronata una delle attrici più sexy del mondo. E resta una delle più richieste sul set. Dopo il recente successo di Assassinio sull’Orient Express, dove figura nel cast hollywoodiano diretto da Kenneth Branagh, l’attrice spagnola arriva su FoxCrime nella fiction più attesa del momento: American Crime Story:The Assassination of GianniVersace, dal 19 gennaio ogni venerdì in prima serata, racconta l’assassinio dello stilista nel 1997 davanti alla sua villa di Miami Beach. Penélope interpreta la sorella Donatella accanto ad Édgar Ramirez e Ricky Martin (nei ruoli di Versace e del compagno Antonio D’Amico). «Prima di accettare la parte, ho voluto fare una lunga chiacchierata con la Versace, visti i nostri rapporti amichevoli» ha raccontato l’attrice agli ultimi Golden Globe, lo scorso 7 gennaio. E se la famiglia Versace ha preso le distanze dalla serie tivù e dal libro che l’ha ispirata (L’assassinio di Gianni Versace di Maureen Orth, ed.Tre60), la Cruz sostiene di essere in ottimi rapporti con Donatella. «Mi ha mandato un mazzo di fiori proprio la sera prima dei Golden Globe». Che cosa l’ha spinta ad accettare il ruolo? «La stima che ho per lei. È una donna fortissima, tosta e calorosa. Ha superato i momenti di disperazione portando avanti le idee del fratello, al quale era legatissima, e prendendo le redini dell’azienda». In primavera uscirà Loving Pablo, presentato all’ultimo Festival di Venezia: anche in quel film interpreta una donna contemporanea. «Sì, la giornalistaVirginiaVallejo, l’anchorwoman americana di origine colombiana che diventò l’amante di Pablo Escobar». E suo marito Javier Bardem è il narcotrafficante: com’è stato recitare di nuovo insieme? «Lo facciamo volentieri quando ci sono
progetti che ci interessano, come Everybody Knows, il thriller psicologico di Asghar Farhadi (regista di Una separazione, ndr) e appunto Loving Pablo: è una storia che volevamo raccontare da anni, di cui Javier è anche produttore. Durante le riprese ho avuto momenti da incubo! (ride) Faceva paura tanto si era calato nel ruolo di quell’uomo mostruosamente crudele perfino con l’amante. Vedendolo così diverso dal solito, ho iniziato a contare i giorni che mancavano alla fine delle riprese!».
Non è normale per voi attori? Anche lei, in Assassinio sull’Orient Express , è diversissima dalla realtà: una donna introversa, con un segreto e un trauma...
«Vero, e sono sempre molto grata ai registi che mi propongono personaggi lontanissimi dal mio modo di essere».
Nel giallo tratto da Agatha Christie ha avuto il ruolo che era stato di Ingrid Bergman nel classico del 1974, con la regia di Sidney Lumet: intimidita?
«Avevo visto quel film a 13 o 14 anni... ma per fortuna Kenneth Branagh, il regista, non ha voluto farsene troppo condizionare e mi ha lasciato libera di seguire l’istinto. È stato entusiasmante lavorare con lui e con quel cast pazzesco».
Ha ritrovato Johnny Depp per la terza volta dopo Blow (2001) e Pirati dei caraibi - Oltre i confini del mare (2011).
«E stranamente anche stavolta, come quelle precedenti, i nostri personaggi si detestano... al contrario di noi due che siamo molto amici. Lo conosco da quando avevo 18 anni».
Lei ha vinto un Oscar nel 2009 per Vicky
Cristina Barcelona di Woody Allen, cosa che di solito porta le attrici a girare molti più film. Lei invece ne ha girati meno: come mai?
«Ho avuto due figli (Leo di 7 anni e Luna di 4, ndr): non è una ragione valida? E soprattutto voglio crescerli io stessa, stargli vicino soprattutto ora che sono piccoli, cosa che significa dire no ad alcune proposte. Non posso più girare quattro film all’anno, ne scelgo al massimo due, e se posso mi porto i bambini sul set».
Non teme di pentirsene in futuro?
«Al contrario! Potrei pentirmi di non essere stata abbastanza coi miei bambini, di non averli visti crescere. Ho il privilegio di poter lavorare solo alcune settimane all’anno: il ruolo di madre è quello che mi interessa più di tutti».
Molte sue colleghe temono che l’età penalizzi la carriera: lei?
«Mi fa arrabbiare il fatto che si faccia sempre questa domanda alle donne e non agli uomini. È una fissazione della nostra società che ne rivela il sessismo che nel mondo del cinema è ancora più evidente. Pensi che ho iniziato a recitare che avevo 13 anni e già a 22 mi chiedevano se avevo paura di invecchiare... magari mi vedevano già
sul viale del tramonto».
Lei ha sognato di fare cinema fin da ragazzina: aveva dei modelli?
«Adoravo Julia Roberts. Difatti chiedevo sempre a mia madre, che faceva la parrucchiera, di farmi i capelli lunghi e ricci proprio come lei in Pretty
Woman. Da adolescente avevo una criniera...».
Non le manca Los Angeles ora che è tornata a vivere in Spagna?
«Mi mancano gli amici, mio fratello (Eduardo Cruz, musicista 37enne, vive a Los Angeles, ndr) e anche certi aspetti della città. Ma non voglio più starci, per me casa è Madrid.Visto il clima d’incertezza generale, sento più che mai che voglio restare dove ho le mie radici. In Spagna, in Europa».
Vorrebbe anche tornare a lavorare con il regista Pedro Almodóvar?
«Sì. Anche lui, per me, è “casa”».
❝Da ragazzina adoravo Julia Roberts e chiedevo a mia mamma, che faceva la parrucchiera, di farmi i capelli ricci come lei in Pretty Woman