Diritto all’aborto l’Irlanda dice yes
MAGGIORANZA LA CATTOLICISSIMI DEI HA IRLANDESI DETTO SÌ A UNA LEGGE CHE LEGALIZZA A TUTELA L’ABORTO. DELLA LIBERTÀ DI SCELTA OGNI DONNA DI
Una rivoluzione tranquilla» (per dirla col premier LeoVaradkar) che a Dublino ha provocato lacrime, abbracci al grido di “Abbiamo fatto la storia”. La notizia in effetti è epocale: venerdì 25 maggio il 67 per cento dell’Irlanda, Paese profondamente cattolico, ha votato a favore della legalizzazione dell’aborto in uno scenario simile a quello di un altro referendum contrastato e sfociato tre anni fa nel via libera ai matrimoni gay. La maggior parte degli irlandesi ha detto “sì” al referendum che chiedeva di rimuovere l’ottavo emendamento della Costituzione (da qui la campagna Repeal the 8), in base al quale abortire sull’isola era illegale (fino a 14 anni di carcere) anche in caso di stupro, incesto e presenza di serie anomalie fetali. Consentito, invece, in caso di rischio per la vita della donna. Condizione che però nel 2012 non è servita a salvare la vita di Savita Halappanavar, giovane dentista di origini indiane a cui i medici negarono l’interruzione di gravidanza nonostante gravi complicazioni. Sulla pelle delle irlandesi il divieto più restrittivo d’Europa si è spesso tradotto in costosi viaggi all’estero (nel Regno Unito per circa 3.500 di loro ogni anno. Costo: dalle 400 alle 2000 sterline) o in pillole abortive comprate online senza supervisione medica. E mentre l’immagine di Savita da un murales colorato guarda gli esultanti sostenitori della legalizzazione, per lo più ragazze delle aree urbane ed expat tornati apposta per votare, il Consiglio dei ministri è già al lavoro per permettere di interrompere la gravidanza a norma di legge. Nel rispetto della libertà di ogni donna.