Altro che Tarantino
PPrendi la verve ironico-pulp di Quentin Tarantino, un po’ di kung fu alla Bruce Lee e il twist sciuè sciuè degli horror di serie B, ed ecco i film firmati Wakaliwood. Parola che sta a indicare l’industria cinematografica diWakaliga, baraccopoli di Kampala, capitale dello Stato centrafricano dell’Uganda.Anche se più che industria la si può definire artigianato cinematografico, visto che qui è tutto fatto in casa, con budget che non superano i 250 dollari a film. Wakaliwood nasce grazie a Isaac Nabwana, muratore nato e cresciuto nello slum che, a 32 anni (era il 2005), si è trasformato in sceneggiatore, regista e produttore autodidatta. E ha coinvolto nell’avventura altri wakaligesi cinefili reclutandoli come attori, scenografi e macchinisti (quasi sempre i ruoli sono intercambiabili!). Nessuno viene pagato, ma tutti si dividono il ricavato dalla vendita dei dvd e chi non ha fissa dimora può dormire gratis nella sala prove degli Studios (un capannone di lamiera dietro la casa di Isaac). In 13 anni la gang di Wakaliwood ha sfornato 44 pellicole con titoli che vanno dal cannibal movie Eaten Alive
in Uganda, che si vanta d’essere il primo film horror africano, a Who
Killed Captain Alex, che vince il primato di primo action movie ugandese e si può vedere al sito watch.
wakaliwood.com. Proprio dopo averlo guardato online, l’americano Alan Hofmanis, direttore di festival di cinema underground, ha lasciato gli Usa per girare un documentario a Wakaliga. E non se n’è più andato, diventando un membro permanente dello staff. Insieme a Kizza Manisuru Ssejjemba, maestro di kung fu (che insegna gratis ai bambini della baraccopoli), Dauda Bisaso, che crea fucili e mitragliatori usando tubi e utensili riciclati, Francis Kagoro, attore di punta di molte pellicole insieme alla 21enne Zaina Nakasaba. “I film non si fanno con i soldi, ma con la passione”, è il motto diWakaliwood. Quella che manca, ahinoi, a troppi blockbuster.