Forza, coraggio e #freethepimple
LOUISA NORTHCOTE, STUDENTESSA E MODELLA, AVEVA UN SOGNO: SOTTRARSI AL DIKTAT DELLA PELLE PERFETTA. COSÌ HA LANCIATO UN GRIDO DIGITALE CHE HANNO RACCOLTO IN TANTE. CELEB INCLUSE
SSi scrive #FreeThePimple e si legge “libera il brufolo”: è l’ultimo hashtag di Instagram nato nella galassia del Body Positivity, il movimento che invita a ignorare modelli di bellezza irrealistici e a celebrare il proprio corpo così com’è. «Il mio sogno è uscire di casa senza trucco, ma qualche sguardo insistente manderebbe la mia autostima sotto zero», ha scritto l’ideatrice dell’hashtag, Louisa Northcote (@lounorthcote), nel post di lancio, in cui mostra il suo volto coperto da acne. Per la cronaca, questa studentessa di fashion buying non è una ragazza qualunque, ma una modella e un personaggio televisivo (è arrivata in finale al reality inglese Britain’s Next Top Model). Che cosa l’ha spinta a mostrare i suoi selfie al naturale, invitando gli altri a imitarla? «Voglio dire a tutti quelli che condividono il mio problema che non sono soli, la mia voce è la loro», spiega. Nata a Singapore e cresciuta a Dubai, Louisa si è trasferita in Inghilterra per lavorare nella moda. «In agenzia mi dicevano: “Puoi tornare quando ti sei ripulita il viso?”. Ma, lo sapete, è difficilissimo liberarsi dall’acne, è un viaggio interminabile, un ottovolante angosciante».
PERCHÉ IMBARAZZARSI?
Le adesioni all’appello non si sono fatte attendere, segno che Lou ha toccato un tasto molto sensibile. Su Instagram ci sono oltre 500 scatti di visi sì imperfetti, ma sorridenti: l’acne non cancella certo la bellezza. E belle da manuale come Kendall Jenner, BellaThorne eThylane Blondeau non si sono sottratte allo scatto anche quando un brufoletto insidioso faceva capolino sui loro bellissimi visi.Toccante la testimonianza di @nrl.farhanaa, ragazza orientale con il volto incorniciato dal velo islamico: «Pensandoci bene, l’errore più grosso è stato vergognarmi dell’acne. Se è parte della vita, perché provare imbarazzo?». Fuori il viso, ragazze, che non sia la nostra pelle a definirci né, tanto meno, a fare la nostra felicità. Occorre che #FreeThePimple non rimanga un grido digitale ma un urlo liberatorio, una pernacchia a chi non sopporta le imperfezioni. E poi, imperfetta a chi?