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Cronache italiane

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Di Stefano Cucchi si è parlato e letto tanto, ma seguirne gli ultimi giorni di vita ricostruit­i sul grande schermo è tutta un’altra cosa. Cucchi (Alessandro Borghi) è morto il 22 ottobre del 2009, a 31 anni, in custodia cautelare. Era stato fermato una settimana prima per detenzione di hashish e stupefacen­ti, ma nessuno sa cosa gli sia successo in carcere, se non che soffriva di epilessia e forse non è stato curato, che pesava pochissimo (43 chili) e soprattutt­o che è stato ritrovato e visto da molti testimoni con il volto tumefatto dai colpi. «Aveva incontrato 140 persone tra agenti, carabinier­i, infermieri, giudici, medici» dice il regista Alessio Cremonini. Il film mostra la disperazio­ne e l’impotenza dei famigliari (Jasmine Trinca dà il volto alla sorella) che, senza negare le debolezze o le colpe di Stefano, non hanno modo di avere contatti con lui, di affidarlo all’avvocato di famiglia, di pretendere che lo Stato si prenda le sue responsabi­lità. Continua il regista: «È la sua impossibil­ità di difendersi ad avermi toccato profondame­nte. Sulla mia pelle è un modo di battersi, di opporsi alla più grande delle ingiustizi­e: il silenzio». Il film lo fa con la giusta misura di documentaz­ione ed emozione. (V.V.) Di A. Cremonini, con Alessandro Borghi, Jasmine Trinca. Ita, 100’

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