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Olivia Munn

- Marco Giovannini

IN THE PREDATOR SPARA AGLI ALIENI CATTIVI. NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI NON SMETTE DI DENUNCIARE GLI ABUSI PERCHÉ: «MAI ABBASSARE LA GUARDIA»

«Grazie al movimento #metoo, l’aria è cambiata, ma non bisogna abbassare la guardia», dice Olivia Munn, 38 anni, con la stessa fermezza con cui nel suo ultimo film The Predator (nei cinema dall’11 ottobre) affronta a fucilate i minacciosi alieni venuti dallo spazio, anche se il suo mestiere di biologa le consiglier­ebbe di studiarli. Sul fatto di non abbassare la guardia, mesi fa, con altre sei attrici, ha denunciato il regista Brett Ratner per molestie (subite nel 2004). Più di recente, ha fatto tagliare da The Predator la scena in cui compariva l’attore Steven Wilder Striegel, condannato per avere scambiato e-mail sexy con una teenager. È anche la sua laurea in giornalism­o che le impone di denunciare i reati? Anche se ho smesso di scrivere perché mi piace di più recitare, non ho finito di interessar­mi della società che mi circonda. La laurea, comunque, mi è tornata utile quando sono riuscita a ottenere la parte nella serie Newsroom. Alla faccia del mio agente che mi diceva: «Non perdere tempo, cercano una molto più famosa di te». Chi è il suo modello di donna? Mia madre, nata in Vietnam da famiglia cinese e rifugiata in America nel 1975 dopo la guerra. Le devo tutto, si è sacrificat­a sempre per i figli: siamo tutti laureati e tutti cinture nere di taekwondo. I protagonis­ti del Predator originale, Arnold Schwarzene­gger e Jesse Ventura, sono diventati governator­i, rispettiva­mente di California e Minnesota. Le piacerebbe buttarsi in politica? È lo stesso discorso del giornalism­o: mi piace recitare e sento di avere ancora tanto da imparare. Quindi, non ci penso proprio a cambiare mestiere!

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