FERRANTE FEVER AL CINEMA (E IN TV)
ARRIVA LA SERIE TRATTA DALLA SAGA DI L’AMICA GENIALE. LE PRIME DUE PUNTATE, APPLAUDITE AL FESTIVAL DI VENEZIA, SARANNO PER QUALCHE GIORNO NELLE SALE. POI, SU RAIUNO. I 10 MILIONI DI FAN RESTERANNO SODDISFATTI?
Chi ha avuto la febbre si prepari alla ricaduta. E a serate di tweet e commenti con una community che conta 10 milioni di lettori-malati nel mondo. L’1, 2 e 3 ottobre arrivano al cinema, in anteprima, due puntate di L’amica geniale, l’attesissima serie di Saverio Costanzo tratta dalla quadrilogia bestseller di Elena Ferrante (edizioni e/o). È solo un assaggio della saga di Raiuno in onda a novembre, otto puntate in date da definire.
ELENA E LILA: PERFETTE!
Se amate la storia ci arriverete con una corazza di dubbi: come può la versione tivù ripetere la magia di quella lettura? Come potranno due bambine di oggi calarsi nei panni di Elena e Lila, che si rincorrevano nella polvere di un rione anni 50 e a casa trovavano i genitori pronti a prenderle a schiaffoni? E invece eccole, le due piccole protagoniste. Perfette. D’altronde Elisa Del Genio (Elena) e Ludovica Nasti (Lila), ora 12enni, sono state scelte fra 8.000 bambini campani dai produttori (Rai-Hbo eTimVision) che hanno voluto la maggior fedeltà possibile all’ambientazione, ricreata in un’industria abbandonata alle porte di Caserta. «Sono rimasto stupito dalla cura dei dettagli richiesta dagli americani della Hbo: negli Usa la serie si vedrà coi sottotitoli, ma sono stati i primi a chiedere che i 150 attori parlassero il dialetto napoletano» dice Saverio Costanzo, voluto come regista dalla stessa autrice dei libri. «Non l’abbiamo incontrata, Elena Ferrante, ma è stata la nostra guida via mail.Aperta, ha anche scritto scene inedite per le esigenze del racconto televisivo. La cronologia è un po’ diversa, ma il cuore e le emozioni sono tutte lì. Perché questa storia coinvolge tanto? Perché svela il lato oscuro dell’amicizia. Racconta quant’è difficile gioire del successo di un’amica. È un tema universale. Non osiamo confessarlo ma tutti abbiamo anche un miglior nemico».