Ragazze, zitte e mute
DAI ROMANZI ALLA FICTION, PER LE DONNE TIRA UNA BRUTTA ARIA. IL FANTASY DISTOPICO IMMAGINA FUTURI DA INCUBO: DOVE TENTANO DI RIDURCI AL SILENZIO O USARCI COME SCHIAVE PER FARE FIGLI. VIENE DA ARRABBIARSI, EH?
Non più di 100 parole al giorno. Se pensate che in media dalla nostra bocca ne escono 16mila, capite subito che sono pochissime. Ci immagina ridotte a questa manciata di sillabe quotidiane Christina Dalcher nel suo romanzo Vox (Editrice Nord, € 19), che tratteggia un’America tanto maschilista da imporre a tutto il genere femminile (da 0 a 100 anni) un braccialetto - simpaticamente colorato per le più piccole - che al primo sgarro ti stende con una scossa elettrica e, se non la smetti, ti incenerisce. In questa società dispotica le donne sono state cacciate dai posti di lavoro e retrocesse tra le mura domestiche. «Per rendere la storia più realistica, ho messo qua e là elementi di attualità, come il muro alla frontiera Usa-Messico e una first lady molto avvenente» spiega l’autrice. «Che messaggio ci vuole dare questa storia? Parlate ogni volta che ne avete l’opportunità e non rinunciate mai a lottare per i vostri diritti». Time
Magazine ha definito Vox “il romanzo del #metoo”. «Sicuramente ci sono elementi di femminismo che lo avvicinano al movimento» commenta Dalcher, «ma il libro è nato prima che il #metoo diventasse virale». È nato, invece, in piena era Trump, e ovviamente non è un caso: in un periodo in cui le donne si sentono particolarmente minacciate e arrabbiate, il fantasy distopico (genere classico della letteratura per teenager) vira su temi femministi. Vox non è l’unica storia che dipinge per noi un futuro a tinte fosche: prima c’è stato The
Handmaid’s Tale, romanzo di Margaret Atwood da cui è stata tratta la pluripremiata serie tivù che parla di una società misogina intenta a schiavizzare le donne e a controllare la riproduzione. Questo è anche il cuore del romanzo Orologi rossi di Leni Zumas (Bompiani, € 18) e di Before She Sleeps della pachistana Bina Shah (non ancora tradotto in italiano), che ci porta nel mondo musulmano, dove “già scegliere di chi innamorarsi è un’azione femminista”.