Michelle Rodriguez La fragilità femminile? È solo una fregatura
Bellissima, sexy, ma per lei niente commedie romantiche. Michelle Rodriguez torna in un giallo al femminile. E racconta perché ama i film d’azione
Michelle Rodriguez è bella come sanno esserlo le ragazze che pensano con la loro testa. Quelle che non si vestono per sedurre gli uomini ma per piacere a se stesse. Quelle che, da attrici, non temono di sporcarsi, sparare, rotolare nella polvere. Attivista del movimento #metoo, bisessuale dichiarata, 40 anni, Michelle ha esordito a 20 con il film
Girlfight, è diventata celebre con la saga di Fast & Furious e dal 15 novembre è nei cinema con Widows - Eredità
criminale di Steve McQueen. È la storia di quattro vedove di malviventi, uccisi durante un colpo, che decidono di unirsi e scendere nello stesso campo (minato) dei compagni. Storia che lei non voleva girare. Cosa non la convinceva? «Temevo che l’identità di queste donne, “vedove” già dal titolo, fosse determinata dai mariti. E non ci vedevo nessun motivo di orgoglio o di forza. Oltretutto mostrare la dolcezza e la fragilità femminile mi è sempre sembrato un inizio di fregatura: ogni volta che una donna offre amore, si sacrifica per un uomo, viene calpestata. L’ho visto succedere troppe volte. A mia madre e alle mie zie, venute dalla Repubblica Dominicana. Alle amiche rimaste incinte a 16 anni e costrette a crescere i figli da sole perché il responsabile era sparito». Ma poi è stato un uomo, il regista, a convincerla... «Paradossale, vero? Steve McQueen mi ha fatto capire che il potere di quelle donne sta nella loro determinazione, nel fatto che abbiano trovato una voce. Forse ho anche capito di più mia madre, grazie al film. E l’idea, prima aliena, che l’amore sia anche sacrificio, comunque». Perché gira film d’azione e mai commedie romantiche? «Perché scelgo i personaggi liberi e indipendenti di quelle storie. Perché fin da ragazzina sono stata irrequieta: sono una che deve muoversi, non sto mai ferma... difatti a scuola non c’ero quasi mai (ride)». Ha oltre quattro milioni di followers. Che effetto le fa? «Inizialmente non volevo espormi, ma ho capito che se anche solo una persona può riconoscersi in quello che faccio e dico, essere là fuori è la cosa giusta da fare».