Influencer: non è un mestiere per dilettanti
Marketing, diritto, comunicazione, psicologia: è partito a Madrid il primo corso universitario per sfondare in un settore in vorticosa crescita
Tutto è iniziato in Spagna il 22 ottobre scorso, presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Autonoma di Madrid: qui è partito il primo corso di laurea per influencer professionisti. Diretto dalla stilista Agatha Ruiz de la Prada, con la collaborazione della Ibiza Fashion Week, il corso dura 6 mesi (per un totale di 500 ore di lezione, disponibili anche in streaming) e si avvale di un pool di professionisti e docenti che spaziano dal brand-marketing alla finanza, dalla psicologia (per imparare a gestire trolls e haters) al diritto. «Certo, ci rivolgiamo agli alunni che vogliono lavorare nel fashion e nel beauty», spiega il cattedratico Manuel de Juan, direttore operativo del corso. «Ma è dalla primavera araba che la questione degli influencer è diventata centrale, persino in politica. Formare dei professionisti consapevoli in un mondo dove il marketing tradizionale è entrato in crisi è fondamentale per il nostro futuro». La questione, anche da un punto di vista economico, è tutt’altro che trascurabile. Solo negli Stati Uniti, secondo eMarketer, il giro d’affari del settore su Instagram è stato quantificato in 570 milioni di dollari, per un totale di circa un miliardo nel mondo nel 2018. Una cifra, dicono alla UAM, destinata a crescere e a rivoluzionare nei prossimi anni tutta l’industria della comunicazione. Per dire, un post sponsorizzato della beauty influencer Huda Kattan vale oggi (secondo Blogmeter) 18 mila dollari, poco di più di quanto incassa Cameron Dallas, teen idol, influencer e ambasciatore D&G. La prima italiana, al 5° posto, è Chiara Ferragni, con uno degli engagement più alti (40 milioni di utenti mensili) e un valore di 12 mila dollari a post. Non tutti i laureati guadagneranno tanto, ma il settore è in pieno boom. E lo sarà per molto tempo. Lasciarlo in mano solo ai dilettanti sarebbe un peccato mortale.