Il mio pigiama viene dall’Africa
Calzedonia ha aperto un’azienda in Etiopia. Ha creato lavoro per molti ma ha anche portato acqua (con un pozzo) e salute (con una clinica)
Siamo in Etiopia, a Macallè, nella regione del Tigrai, una zona rurale piuttosto arida. Ma qui Calzedonia ha creato un tipo di isola particolare, inaugurando in ottobre un’azienda modello con 1.100 dipendenti, quasi tutte donne (saranno 1.500 quando i lavori saranno completati) che realizzano pigiami, magliette, vestaglie e leggings. Federico, 30 anni, direttore del progetto, racconta con grande entusiasmo la fase preliminare, la selezione dell’area geografica, «la grande attitudine al lavoro della gente, le donne soprattutto», ma anche la certezza di partecipare a un progetto umanitario (Calzedonia supporta Fondazione San Zeno, che finanzia chi intraprende progetti di scolarizzazione e formazione in Europa, Asia, Africa e America Latina): «C’era molta voglia di lavorare, ma c’erano anche forti necessità di buon cibo e assistenza sanitaria. Ci siamo occupati della comunità per farla crescere e migliorare le condizioni di tutti realizzando un pozzo e una clinica che sarà presto attiva. In fabbrica abbiamo un buon numero di docce (l’acqua è un bene prezioso, non tutti ce l’hanno). Produciamo 25.000 capi al giorno e contiamo di arrivare a 60.000 perché tutti stanno imparando in fretta». L’immagine che resta negli occhi è quella delle ragazze: abiti coloratissimi, capelli raccolti, ridono andando verso gli autobus che le accompagneranno a casa. Verso una vita migliore.