Blake Lively «Com’è sexy vestirsi da uomo»
La 31enne ex Gossip Girl è diventata icona di stile con milioni di followers. Si occupa personalmente dei suoi outfit: «È il mio modo di essere creativa, libera di apparire come voglio». Ed è lei ad aver costruito il look del suo nuovo personaggio cinemat
«Di sicuro non è fasciarsi in abiti superscollati o mostrarsi seminuda. Anzi, puoi avere sex appeal anche se sei molto abbottonata e lasci tutto all’immaginazione. La sensualità è qualcosa che hai dentro». Blake Lively è coerente con quello che dice. Quando la incontriamo a New York indossa un tailleur pantaloni a grandi scacchi di vari colori con camicia azzurra e cravatta blu (lo vedete girando pagina). Sì, cravatta. Con un tocco femminile, però: un fermaglio con una piccola fragola rosa. L’outfit è firmato dal designer francese Roland Mouret e sembra perfetto anche per Emily, il personaggio misterioso e provocante che Blake interpreta in Un piccolo favore di Paul Feig, un giallo che arriva nei cinema italiani il 13 dicembre. La sua “divisa” in quel film è proprio l’abito maschile a tre pezzi, giacca, pantaloni e gilet. Ed è stata la stessa Lively, fashionista con quasi 24 milioni di followers su Instagram, a scegliere come truccarsi e vestirsi sul set passando dai look sofisticati a quelli grintosi. «Volevo che Emily apparisse audace e trasgressiva al primo impatto, dal look, prima di rivelare la sua vera personalità nel corso della storia», spiega la 31enne attrice che ha sfondato a vent’anni con la serie tivù Gossip Girl, conquistando il cinema d’autore
(Le belve di Oliver Stone, Café Society di Woody Allen) ma anche diventando un’icona di stile. Seguitissima sui social, sa essere tanto fashion quanto autoironica postandosi sul red carpet vista di fronte e di dietro con la scritta “faccia da Los Angeles e sedere di Oakland”, a sottolineare le sue linee femminili. Usa l’ironia anche per rispondere a chi le critica il look dicendo “licenzia il tuo nuovo stilista”: «Ho tentato varie volte di licenziare anche @blakelively ma quella str...za torna sempre», ha scritto, tanto per sottolineare che è lei stessa a scegliere quello che indossa.
Ha costruito lei anche il look, un po’ androgino, del suo personaggio nel film. Come?
«Sembrerà strano ma un giorno, proprio parlando insieme al regista Paul Feig, ho pensato: “Perché non vestirmi un po’ come lui?”. Mi aveva chiesto di dare a Emily un look iconico, qualcosa che non fosse già stato visto un milione di volte. E io ho voluto giocare con gli stereotipi della femminilità e della sensualità. Così ho preso la versione più seria e “abbottonata” dello stile di Paul - l’abito elegante con cravatta a farfallino, pochette e i gemelli ai polsini - e l’ho personalizzata, resa femminile e sexy lasciando intravedere degli angolini di pelle che suscitassero fantasie voyeuristiche».
E il regista l’ha lasciata fare...
«Mi ha dato proprio carta bianca. Purché le mie scelte rendessero l’ambiguità del personaggio. Emily è subdola. È stato molto divertente per me interpretarla, perché
non è la solita bad girl. È una capace di conquistare la simpatia di una giovane mamma vlogger (Anna Kendrick) che è esattamente il suo opposto, mostrandole i suoi punti deboli. Salvo poi spiazzarla in una scena in cui si toglie la giacca e sotto, a sorpresa, ha soltanto i polsini e la parte anteriore di una camicia, portati con la malizia di una spogliarellista di Chippendale».
In fatto di stile, lei è stata ribattezzata “la nuova Sarah Jessica Parker”. Come nasce il suo amore per la moda?
«Dal fatto che sono una maniaca del controllo e ho un grande ego! Vestirsi è il mio modo per essere creativa ogni giorno, libera di apparire come voglio io».
Sempre però in linea con le sfilate e i trend. Questo piacere non diventa anche un lavoro, per lei?
«Sa qual è l’unica cosa che mi pesa? Andare alle sfilate e memorizzare tutti i look che mi piacciono! Ma per fortuna ho un assistente che mi aiuta, in questo».
Ci sono altri piccoli o grandi momenti di creatività nelle sue giornate?
«Mi piace inventare acconciature, pettinare e truccare le mie amiche. Anche cucinare».
Per suo marito, Ryan Reynolds, e le sue figlie?
«Ovviamente. Io vivo per la mia famiglia (sposata con l’attore dal 2012, ha avuto due bambine, James e Inez, di 4 e 2 anni, ndr). Posso avere delle insicurezze su mille cose della vita, posso dedicarmi al cinema o alle sfilate, ma il meglio di me stessa è per Ryan e le bambine. Dormo tranquilla solo se ho detto a tutti quanto li amo. Lavoro a parte, stiamo insieme il più possibile».
Si sente mai come la Emily del film, che lavora e beve troppo, giudicandosi inadeguata come madre?
«Noi donne ci sentiamo sempre un po’ inadeguate perché siamo state educate a cercare la perfezione, come madri e non solo. Ho follower che mi scrivono su Instagram cose incredibili, magari alle otto del mattino hanno già sfornato tortine bio per i quattro o cinque figli, leggendo pure qualche pagina di Hemingway a colazione...». È così anche lei? «Macché. Ho la sensazione che sui social mostriamo lati diversi di noi, raccontiamo quello che vorremmo essere. In realtà siamo tutti limitati e imperfetti. La cosa fantastica è rendersene conto!».