La cardioposta di Pulsatilla
Buongiorno Sig.ra Pulsatilla, ho letto la sua risposta alla lettera della Sig.ra Stefania di Genova sugli animali e, scusi se glielo dico, sono rimasta inorridita. Lei ha assistito al pestaggio di un cane da parte del suo vile padrone e non ha fatto niente. Questo è altrettanto grave che se avesse visto il pestaggio di un essere umano e non avesse chiamato la polizia. Ma come è possibile che lei abbia fatto una cosa del genere e che lei lo scriva, data la responsabilità che ha per il solo motivo di avere un vasto pubblico che la legge. Oltretutto il suo cucciolo era sotto choc (sintomo che avesse capito la gravità della situazione meglio di lei che ha sicuramente un’intelligenza più fine del suo cane, o almeno spero). Come se non bastasse ha continuato dicendo che queste persone non sono cattive e parlando dei tanti problemi del sud “terra dura”.... ma cosa c’entra??? Queste persone sono dei mostri e al sud esiste un gravissimo problema di maltrattamenti nei confronti degli animali che sono considerati esseri di poca importanza (anche da lei). Io ho più volte chiamato l’Enpa per questioni molto meno gravi di queste e non mi giro mai dall’altra parte, né che si tratti di esseri umani né che si tratti di animali (poteva anche chiamare i soccorsi più tardi dopo aver calmato il suo cucciolo, non vedo quale fosse l’impedimento). Si vergogni. Ester Farhi di Milano Questa settimana ho ricevuto tante lettere come questa. Di fronte al maltrattamento di quel cane non ho avuto la prontezza di chiamare la Protezione Animali e voglio chiedere perdono di questo: a quel cane, innanzitutto, ma anche a quanti amano gli animali e giustamente desiderano proteggerli. E a me stessa. Qualcuno di voi ha pensato fosse suo dovere scrivermi rivolgendomi parole come queste, ma devo dirvi che ricevere una valanga di insulti normalmente non stimola gli esseri umani a diventare migliori. Di solito si ottiene l’effetto contrario. Come i bambini che vengono umiliati e puniti, poi non diventano dei buoni adulti. E anche i vostri cani, quando non si comportano come vorreste, non li insultate, non li punite, non li coprite di insulti. Giusto? Molte persone, tra cui io stessa (che da qualche mese ho un cane per la prima volta) sarebbero felici di ascoltare le vostre indicazioni, che siete cinofili e animalisti di lungo corso; ma è molto difficile prendere in considerazione delle indicazioni se queste arrivano sotto forma di insulti. Capisco che siate animati dalle migliori intenzioni, ma se i cani vi stanno a cuore, per favore rivedete la modalità con cui vi ponete verso i loro padroni. I quali tra l’altro hanno la loro storia. Perché dietro una storia c’è sempre una storia. Ad esempio potrei essere una che ha subìto degli abusi a sua volta, e che in quel momento è piombata in uno stato di shock insieme al suo cane. O magari ho un genitore in fin di vita, e in quel momento non ho le forze di occuparmi di qualcun altro. Forse non sono riuscita a soccorrere quel cane lì per lí, ma proprio perché mi sono data il tempo di elaborare quella scena, in futuro sarò pronta ad aiutare altri cani. Inoltre, vi prego di considerare che chiamare la polizia da un luogo dove girano armi da fuoco, dove c’è gente che mutila i propri animali e con la stessa disinvoltura ti mette un coltello alla gola, non è come prendere il telefono da Milano. Vi assicuro. Ho confessato la mia omissione di soccorso non perché ne vada fiera, ma perché in generale non trovo nulla di vergognoso nel commettere errori (che io preferisco chiamare esperienze): sbagliare è l’unico modo per imparare qualcosa. Cerco di essere il più possibile comprensiva quando gli altri sbagliano e cerco di esserlo altrettanto quando a sbagliare è il mio turno. Come dice Cristicchi, l’impresa più grande è perdonare se stessi.