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Largo agli ambientali­sti ribelli

Non si limitano ai cortei: fanno flash mob, blocchi stradali. Sono gli attivisti di Extinction Rebellion, raccontati da una di loro

- di paolo frosina

bisogna agire, subito

Il loro simbolo è una clessidra, perché non c’è più tempo da perdere. Le richieste sono tre: dire la verità sul cambiament­o climatico, dichiarare lo stato di emergenza, formare assemblee di cittadini estratti a sorte che impongano alla politica le misure da adottare. Sono gli attivisti di Extinction Rebellion (XR), l’altra faccia del movimento ambientali­sta. A differenza dei Fridays for Future lanciati da Greta Thunberg, coprono tutte le fasce di età e non si limitano a sfilare in corteo, ma praticano la disobbedie­nza civile non violenta: flash mob, blocchi stradali, scioperi della fame e della sete. Tra loro c’è Linda Gatto, 28enne della provincia di Venezia: ha studiato scienze dei materiali, ma vorrebbe fare la tatuatrice. «Prima militavo nei Fridays, ma quando ho conosciuto XR ho capito che faceva per me» dice. «Mi hanno convinto struttura e metodo: siamo organizzat­i in modo orizzontal­e, un gruppo per città. Niente vertici. Puntiamo a iniziative belle e d’impatto che spingano i passanti a riflettere». Linda è una dei 300 attivisti che hanno colorato Roma dal 7 al 14 ottobre, nella settimana di “ribellione internazio­nale”, convocata in tutte le capitali mondiali. Hanno manifestat­o davanti a Montecitor­io, dieci di loro facevano lo sciopero della fame. I “ribelli” hanno incassato la solidariet­à di Michael Stipe, frontman dei REM: «Quello che chiedono non è affatto troppo, ma è il giusto», ha detto incontrand­oli in piazza. «La gente si fermava e si interessav­a a quello che avevamo da dire» racconta Linda. «Una coppia di anziani, guardandoc­i, si è commossa. C’è stato anche un blocco stradale, in zona villa Borghese, ma è durato poco: non abbiamo le forze per organizzar­e azioni come i blocchi dei ponti a Londra, che hanno reso famoso il movimento. E poi non vogliamo entrare in conflitto con la polizia». Tra gli obiettivi raggiunti, un incontro col ministro dell’ambiente Sergio Costa. «C’è rispetto, ma il suo Decreto clima non ci convince» spiega, «gli incentivi all’elettrico non sono la strada giusta, l’auto va abbandonat­a e basta. Prima si capisce e meglio è».

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LINDA GATTO
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ASCOLTATEC­I! Nato nell’aprile 2018 in Gran Bretagna, il collettivo Extinction Rebellion punta ad azioni dimostrati­ve assolutame­nte non violente. Nella foto, sit-in a New York.

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