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Musica Le emozioni di James Blunt

- a cura di paolo papi - testo di cristiana gattoni

Correva l’anno 2004 quando l’ex soldato dell’esercito britannico James Blunt riusciva a commuovere mezzo mondo con la sua storia e con You’re Beautiful,

entrata di diritto nella top ten delle canzoni più struggenti di tutti i tempi. Quindici anni dopo, il cantautore si è evoluto, ha esplorato le alchimie sonore dell’elettronic­a, ma non ha perso la sua capacità di toccare i cuori. La prova è Once Upon a Mind, il suo sesto disco uscito il 25 ottobre: un album ad alto tasso di ballate, tra cui spicca Monsters,

dedicata al padre gravemente ammalato. «Mi sono reso conto che la mortalità di mio padre è una grande opportunit­à per dirgli tutte le cose che vorrei dirgli. Così ho scritto un brano in cui c’è questa strofa: “Io non sono tuo figlio, tu non sei mio padre: siamo solo due uomini adulti che si dicono addio”». Avete già tirato fuori i fazzoletti? Bene, perché vi serviranno anche per pezzi come I Told You («Un messaggio per i miei figli, per quando non sarò più con loro», ha puntualizz­ato sui social) e How It Feels to Be Alive,

dedicata al passato che ancora lo perseguita. «Ogni canzone rappresent­a qualcosa che ho vissuto o che sto ancora vivendo», ha dichiarato l’artista. Per commuovers­i dal vivo l’appuntamen­to è a marzo 2020, quando Blunt sarà in Italia per tre date: il 25 a Milano, il 27 a Padova e il 28 a Roma (@jamesblunt).

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