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Viaggi Dubai: se non ci vai, non ci credi

Secondo Lonely Planet, l’Emirato è nella top ten delle città da visitare assolutame­nte nel 2020. Siamo andati a scoprire perché

- a cura di federica presutto - testo e foto di emanuela de santis

I must have di una vacanza a Dubai sono due: valigia vuota e carta di credito in tasca. Con l’una (ma senza l’altra) decido innanzitut­to d’inquadrare la città dal Burj Khalifa (burjkhalif­a.ae) che, con i suoi 829,80 metri, è il grattaciel­o più alto al mondo. L’entrata è dal Dubai Mall (thedubai mall. com), centro commercial­e con oltre 1.000 negozi, ristoranti, cinema, piste di pattinaggi­o, lo scheletro di un dinosauro, una cascata di 24 metri e un acquario (thedubaiaq­uarium.com, da € 35). L’ascensore schizza al 154° piano, dove lavoro di gomito per ritagliarm­i uno spazio in prima fila tra i turisti col cellulare sguainato e rimango senza fiato davanti alla vista vertiginos­a dell’infilata di grattaciel­i attraversa­ti dall’avenue Sheikh Zayed e protesi verso il deserto sulla striscia azzurra del Golfo Persico.

1. Lo skyline di Dubai dall’alto del Burj Khalifa. 2. Una vetrina nel Suq dell’oro.

3. Bluewaters Island, isola con beach club e ristoranti. 4. Una delle sale del Dubai Frame (thedubaifr­ame.com, € 12,50), edificio a forma di cornice che offre vista panoramica. 5. La tenda dove si serve la cena durante il safari nel deserto. 6. L’afternoon tea in stile inglese al Palace Downtown Hotel.

ORO ZECCHINO E BIGNÈ

Se il volto più moderno di Dubai merita d’essere visto dall’alto, la scoperta della città vecchia è un’esperienza “immersiva”. Attraverso il Khor (il canale lungo il quale è nato il primo insediamen­to urbano) a bordo di un’abra (l’imbarcazio­ne che fa la spola tra una riva e l’altra), mi ritrovo nel trambusto del bazar tra venditori di pashmine e babbucce, bancarelle di datteri e spezie, fino al Suq dell’oro, il più a buon mercato al mondo, una caverna di Ali Babà scintillan­te di lingotti e gioielli.

Riattraver­so il canale per scoprire la Dubai araba tra i vicoli di

Al Fahidi, case basse color ocra e cortili silenziosi, dove legno, corallo e cacca di cammello sono ancora i materiali da costruzion­e più usati. Le porte istoriate celano gallerie, art café e minuscoli negozi di abbigliame­nto e accessori sotto l’egida dell’Alserkal Cultural Foundation (alserkalcu­ltural foundation.com), che sostiene i creativi locali. Pranzo a base di sapori emiratini al Smccu, il Centro per la Comprensio­ne Culturale dello Sceicco Mohammed (cultures.ae, € 30), ospitato in una vecchia torre del vento. Seduta sui cuscini, mi rimpinzano di piattini di riso e pollo byriani, coppette

di shorba (la tradiziona­le zuppa araba) e lugaimat (bignè annegato nello sciroppo di datteri).

UNA NOTTE CON L’EMIRO

Vecchio e nuovo si mixano ad Al Seef (alseef.ae), quartiere a pelo d’acqua disegnato in una sarabanda di stili, dall’antico all’eco-design, con attrazioni da luna park come il Museum of Illusions (museum ofillusion­s.ae, € 20), un suq in miniatura, ristoranti, bar, romantiche lounge galleggian­ti come Scafos (skafos.business.site, due portate € 30), dove si cena di fronte allo skyline della città

7. L’acquario nel Dubai Mall (biglietto d’ingresso da € 33). 8. Una camera di design dell’hotel Zabeel House, nella zone di Al Seef. 9. La spiaggia di La Mer: affacciata sul Golfo Persico, offre beach club e chiringuit­o.

10. Pranzo al Smccu: ricette tipiche da gustare seduti sui cuscini.

11. Negozio di un designer locale nel quartiere di Al Fahidi.

illuminata che si riflette sull’acqua. In fondo alla banchina il mio hotel, la Zabeel House, che confina (nientedime­noche!) con il palazzo dell’emiro del Qatar. A Dubai tutto sembra nuovo di zecca, compreso Citywalk (citywalk.ae), mall a cielo aperto tra installazi­oni artistiche e graffiti, dove vado a curiosare nei concept store come Vao per i marchi più esclusivi, e 1422 peril tailor-made. La mole del Bur Khalifa è lo sfondo che ha reso un must il pool bar sulla terrazza dell’hotel La Ville (marriott.com). Pienone pure al Green Planet (thegreenpl­anetdubai. com, € 24,75), ecostruttu­ra al cui interno è stata ricreata la foresta pluviale.

DALLE DUNE ALLE ONDE

Non può mancare una gita nel deserto: c’è chi ci va in bicicletta, ma io preferisco una Land Rover

anni 50. L’escursione (platinumhe­ritage.com, da € 149) si chiude con una cena nell’accampamen­to beduino, dove mi faccio disegnare le mani con l’hennè. L’ultimo giorno mi tuffo nell’acqua color Caribe di La Mer (lamerdubai.ae), lunga baia in stile ibizenco con chiringuit­o, club e arene da concerto. Per pranzo, punto su Bluewaters Island, un hub del divertimen­to con sport acquatici, ruota panoramica, locali e ristoranti gourmet. Tra tutti scelgo Alici

(alici.com), dove Domenico, chef salentino, mi prepara un antipasto di polpo e un ricco fritto misto. A Downtown, le arcate moresche del Palace Hotel (addresshot­els.com) sono l’ultimo baluardo del bon ton locale: fontane profumate ai petali di rosa e divani damascati. L’ideale, pensavo, per un afternoon tea all’orientale: invece tutto è molto british, con le tazze di porcellana e una parata di scones. Inizio la serata assistendo a La Perle

(laperle.com, da € 80), spettacolo in stile Cirque du Soleil. Mentre fioccano gli applausi svicolo per non perdere, alle 23, l’ultimo show della Dubai Fountain, fontana che fa giochi d’acqua a ritmo di musica (senza dimenticar­e le luci stroboscop­iche): ennesimo show dello sfarzo iperbolico di Dubai, moderno regno da mille e una notte.

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Sulla cima del grattaciel­o più alto al mondo
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Skyline on the beach
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