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Su la maschera, tutti in piazza!

Quelle di V per Vendetta e di La casa di carta sono le più usate, ma si vedono anche Joker, panda, teschi... Chi protesta in giro per il mondo adesso si copre il volto così

- DI ROSELINA SALEMI

CHI SI NASCONDE LÌ DIETRO?

Sarà l’influenza de La Casa di carta con le sue tute rosse e le impenetrab­ili facce dipinte, e sicurament­e quella di Joker, il clown folle del film di Todd Phillips vincitore al Festival di Venezia, ma ormai tutte le rivoluzion­i e le proteste sono “in maschera”. Addio vecchio passamonta­gna. C’è quella blu con le stelline degli anti-Brexit a Londra. C’è quella da panda a Hong Kong, divertente, anche se la situazione è disperata. C’è quella col teschio a Beirut, quella da fantasma da Haiti che ha anche una sua tradizione vodoo.

E c’è quella de La Casa di carta, appunto, scelta pure a Milano dai ragazzi di Friday for Future. Insomma, dal Cile all’Algeria, dalla Bolivia dall’Iraq, dal Sudan all’Ecuador passando per la Spagna, ogni corteo ha il suo travestime­nto (o, spesso, ne sfoggia diversi). In Libano i giovani dicono no alla corruzione mascherati da Joker, simbolo della rabbia popolare nell’immaginari­a (ma non tanto) Gotham City. Il viso è dipinto con i colori della bandiera libanese - rosso, verde e bianco - e la forma degli occhi ricorda l’albero del cedro, simbolo nazionale.

Il sociologo Sari Hanafi (American University of Beirut) la considera una protesta creativa: «Si cerca di dare un segno distintivo al movimento, come per i gilet gialli in Francia». Joker anche a Santiago del Cile: la foto del manifestan­tepagliacc­io che balla davanti a un blindato dell’esercito è diventata virale. A Barcellona, gli indipenden­tisti gridano i loro slogan protetti dalla maschera bianca con pizzetto e baffi che ricorda Guy Fawkes, famoso terrorista inglese: nel 1600 tentò di far esplodere la Camera dei Lord (ispirazion­e del fumetto e poi del film del 2005 V per Vendetta). Ma piace anche agli Indignados di tutto il mondo. A scanso di equivoci, a Hong Kong hanno messo fuorilegge il volto coperto durante le proteste e non è certo la prima volta nella storia. Nell’antica Repubblica di Venezia i divieti risalgono addirittur­a al 1400. «La maschera è sempre stata “perseguita­ta” perché sostituisc­e a un’identità visibile un’identità nascosta», spiega l’antropolog­o Paolo Campione. Dietro potrebbe esserci chiunque. E questo fa paura.

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Hong Kong, 5 novembre 2019

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