Henry Golding «Nella mia wish list c’è un viaggio in Italia»
Henry Golding è l’uomo dei sogni del film romantico delle feste. Dolce, lanciatissimo, con un occhio all’inclusività
una star all’improvviso
Ha gli occhi a mandorla, un sorriso che affascina e insieme rassicura, una classe degna di James Bond e un fisico da Baywatch. Con tutte queste frecce al suo arco Henry Golding, 32enne nato in Malesia (da padre inglese e madre malese) e cresciuto in UK, sta vivendo una rapida ascesa nell’olimpo del cinema. La commedia romantica Usa con cast interamente asiatico
Crazy & Rich (incassi clamorosi in mezzo mondo nel 2018) lo ha trasformato da semisconosciuto a star. E ha detto una parola decisiva sui cambiamenti di questi tempi, in cui finalmente si passa da cast “bianco-centrici”, che relegavano gli attori delle minoranze a piccoli ruoli, a blockbuster in cui questi sono i protagonisti del racconto. E quindi eccolo qui, Henry Golding, nelle sale dal 19 dicembre con
Last Christmas di Paul Feig, scritto da Emma Thompson col marito Greg Wise a partire dalla canzone omonima di George Michael e degli Wham!. Interpreta Tom, uomo dei sogni che offre il suo cuore a Kate (Emilia Clarke, la Daenerys de Il trono di spade), una ragazza in crisi che lavora vestita da elfo in un negozio di articoli natalizi. Presto lo vedremo anche in The Gentlemen di Guy Ritchie e in Snake Eyes, spin-off di G.I. Joe, nel ruolo principale.
Il tuo Tom volteggia per le strade di Londra, producendosi in romantiche coreografie. Come ti sei preparato a questa sfumatura ballerina del personaggio?
«È stato divertente, ho lavorato con una coach alla creazione di tutti i movimenti che Tom fa nel film. È un tratto molto importante del personaggio perché porta leggerezza: è come una boccata d’aria fresca che regala agli altri grazie alla sua fisicità».
Nella colonna sonora c’è anche un brano inedito di George Michael: This Is How (We Want You to Get High)...
«Sono cresciuto in Inghilterra e la musica di George Michael è stata presente nel corso di tutta la mia vita. Ci sono molte sue canzoni che posso associare ai miei ricordi. Se capita, le canto al karaoke».
Com’è andata con Emilia Clarke?
«È la migliore! È una donna piena
di energia, è super professionale ed è un essere umano adorabile. Abbiamo passato due mesi a vagabondare per le strade di Londra intirizziti dal freddo, traendo energia l’uno dall’altra. Credo che la chimica tra noi sia evidente per chiunque veda il film».
Il tuo personaggio non usa il cellulare: lo ritiene stressante. Ti piacerebbe fare come lui?
«A volte sì. Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno di spegnere i telefonini e magari uscire dalla città, stare in mezzo alla natura. Ogni tanto io provo a farlo. È difficile rimanere isolati dalle comunicazioni, ma l’effetto può essere sorprendente».
La Londra del film è romantica e festosa ma anche triste: si vede la povertà diffusa, ci sono molte scene con i senzatetto…
«È raro trovare immagini di questo tipo nei film romantici, però rispecchiano un aspetto reale della nostra città. Credo che i temi che facciamo emergere, che hanno a che fare con la Brexit e con quello che stiamo attraversando, siano veritieri. Anzi: sfido chiunque a dimostrare che non sia così».
Stai offrendo un contributo importante affinché la diversità a Hollywood sia accettata e
considerata preziosa. La vivi come una responsabilità?
«Sicuramente, ma sventolare alta questa bandiera è soprattutto un onore. Lavoro duramente per fare il meglio che posso e provare a cambiare concretamente le cose».
Vivi un momento super per la tua carriera. Quanto è faticoso? «È un grande cambiamento e una grande sfida, ho dovuto passare molto tempo fuori casa ed è stata un po’ dura, soprattutto per mia moglie, ma è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire».
Un’ultima cosa: che regalo desideri per Natale?
«Una bella vacanza! Forse verremo in Italia, a Roma o a Napoli. Sono stato in Costiera Amalfitana d’estate e mi piacerebbe vedere un altro pezzo di Italia».