Musica Stormzy, tempesta rap
Primo artista britannico di colore a calcare da headliner il Pyramid Stage di Glastonbury (lo scorso giugno, un’esibizione da molti definita epocale). Venticinque premi all’attivo (tra cui due Brit Awards). E il mese scorso è arrivata anche la copertina del settimanale Time, che ha piazzato Stormzy
(26 anni) in cima alla lista delle dieci star che stanno cambiando il mondo. Tutto ciò, e molto altro ancora, grazie a un solo disco pubblicato nel 2017 (Gang Signs & Prayer). A questo punto c’è da chiedersi cosa combinerà adesso il rapper - origini ghanesi, cresciuto nel sobborgo londinese di Croydon - grazie a Heavy Is the Head, il suo secondo album uscito nei giorni scorsi: sedici brani che indicano il futuro dell’hip hop, ritmi forsennati, super collaborazioni (Ed Sheeran, H.E.R. e altri), testi impegnati. «Ho sempre avuto un certo senso del dovere, fin dagli inizi della mia carriera. Per quanto io adesso sia l’artista “arrivato”, provengo da una comunità e sono stato sostenuto fin qui dal mio pubblico». Pubblico che lo segue per il suo grime all’avanguardia, ma anche per la sua capacità di farsi portavoce del black empowerment e per l’impegno concreto contro le discriminazioni: nel 2018 Stormzy ha istituito una borsa di studio per due studenti neri all’anno presso la Cambridge University (@stormzy).