Awkwafina “Strana” di nome e di fatto
Nome d’arte, Awkwafina. È passata in un lampo dalla musica al cinema. Ma nasconde ancora qualche talento
popstar, attrice, attivista. e comica
«Chi sono io? Una che passa la vita a combattere gli stereotipi». Si presenta così Nora Lum, in arte Awkwafina, attrice, rapper e attivista newyorchese di padre cino-americano e madre sudcoreana. È la protagonista della deliziosa storia familiare The Farewell – Una bugia buona, premio del pubblico al Sundance London, che la vede già tra le favorite agli Oscar 2020. «Scegliere un’attrice come me, in un mondo di maschi bianchi, è un rischio. Per il premio c’è tempo» sorride Awkwafina, che ha alle spalle il successo di Crazy & Rich, la commedia romantica che ha incassato di più in America negli ultimi dieci anni.
«Credo ci sia finalmente fame di etnie, razze e culture diverse sullo schermo». Eppure prima di prendere parte nel 2018 a Ocean’s 8, il suo primo film importante, per lei esisteva solo la musica: «Qualche anno fa ho fatto uscire un pezzo sui miei genitali dal titolo My Vag in risposta alla canzone smargiassa di Mickey Avalon, My Dick. Immaginate i milioni di clic su YouTube… Poi ho sfornato un disco hip hop, Yellow Ranger. Nel cuore porto la collaborazione con Margaret Cho per Green Tea, una canzone che ribalta i clichés sugli asiatici.
ORGOGLIO ASIATICO
Il suo talento insomma è quello di divertire: «A gennaio, su Comedy Central, debutterà lo show Awkwafina Is Nora from Queens. Mai mi sarei aspettata di diventare un’icona degli adolescenti». Non è finita: nel suo curriculum ci sono gli studi in giornalismo, la passione per la politica, la lotta per i diritti delle donne. «Non ho problemi col mio aspetto asiatico. Però storco il naso se, a un’audizione, mi chiedono di essere asiatica nel modo in un cui un occidentale si aspetta che io lo sia». Non importa quanta strada farà, ammette, «mi sentirò sempre una strana, awkward, come dice metà del mio nome d’arte». Per la Disney intanto presta la voce a Scuttle, il gabbiano amico di Ariel della Sirenetta. E con la Marvel ha in ballo un cine-fumetto, Shang-Chi and the Legend of the Ten Ring. «Non servono arti marziali e celebrità per ispirare le prossime generazioni. Basta essere se stesse. Strane e sincere».